Repubblica: “Ecco come Zamparini ha evitato l’arresto. Caltanissetta indaga sulla talpa al palazzo di giustizia”
“I pm di Palermo trasmettono gli atti sulla fuga di notizie che ha consentito al patron di dimettersi ed evitare una misura cautelare Non è più solo una storia di calcio e affari. Un pezzo importante dell’inchiesta sul Palermo è alla procura di Caltanissetta. Perché c’è da scoprire il mistero più grande di questa vicenda giudiziaria: chi ha soffiato all’entourage di Zamparini la notizia che la procura palermitana aveva chiesto l’arresto dell’allora presidente? Dopo quella provvidenziale indicazione, Zamparini si dimise immediatamente, facendo venir meno le esigenze cautelari, insomma evitò l’arresto. Ora, l’indagine ipotizza che sia stata una talpa al palazzo di giustizia a fornire l’informazione riservata sulla richiesta di arresto. E per questa ragione, la procura di Palermo ha trasmesso alcuni atti di indagine alla procura di Caltanissetta, che è competente a indagare sui reati commessi dai magistrati del distretto della corte d’appello del capoluogo siciliano. Chi è dunque il magistrato che avrebbe fatto da talpa a Zamparini? Le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo stringono il cerchio su quanto avvenuto il 2 maggio scorso: quel giorno, l’attuale presidente del club, il commercialista Giovanni Giammarva, telefonò a Zamparini per annunciargli che sarebbe andato a trovarlo, ad Aiello del Friuli. Una visita lampo. Il giorno dopo, Zamparini lasciò tutte le cariche, facendo un annuncio con un comunicato che più solenne non poteva essere. Giammarva aveva appreso la notizia dell’arresto imminente? Da chi? Ci sono altre date importanti. La richiesta di custodia cautelare firmata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Francesca Dessì, Andrea Fusco e Dario Scaletta arriva all’ufficio dei giudici delle indagini preliminari il 18 marzo, prima assegnata a un magistrato, poi ad un altro, che però, per varie ragioni, non possono occuparsi del caso. Il fascicolo viene trasmesso infine al giudice Fabrizio Anfuso, che l’ 8 maggio si pronuncia, accogliendo la ricostruzione della procura, ma rigettando la misura, proprio perché Zamparini non era più in carica, e dunque non c’era il rischio di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. Chi è la talpa? Già dal luglio dell’anno scorso, era nota l’indagine della procura di Palermo su Zamparini, e mai il presidente aveva pensato di fare un passo indietro. Neanche nei giorni difficili della richiesta di fallimento. A maggio, invece, Zamparini si preoccupa non poco, lasciando la carica di consigliere delegato. La soffiata era stata precisa. È davvero un rompicapo, perché nella migliore ( anzi peggiore) tradizione delle talpe del palazzo di giustizia di Palermo, è sempre una sequenza di soffiate a viaggiare dentro il ventre molle della città. La notizia riservata potrebbe essere passata da più persone prima di giungere all’entourage di Zamparini.”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.