Repubblica: “Dybala e il Palermo, incrocio di destini in una sfida fratricida: «Gara emozionante ma devo pensare alla Juve!»”
“Strano il calcio. L’anno scorso Paulo Dybala era un giocatore del Palermo e i rosanero centrarono una salvezza più che tranquilla soprattutto grazie ai suoi gol e alle sue magie. Oggi Dybala è un giocatore della Juventus e il Palermo è in piena lotta per non retrocedere mentre i bianconeri stanno volando verso lo scudetto grazie anche alle sue reti e alle sue giocate che, anche se a soli ventidue anni, lo hanno fatto diventare punto di riferimento di tutta la squadra bianconera. Può che strano il calcio ha una sua logica e riesce ad essere anche impietoso perché potrebbe essere proprio Dybala a dare una bella mazzata alle speranze della sua ex squadra. La squadra che lo ha portato in Italia, che lo ha fatto crescere, che lo ha proiettato nel grande calcio (guadagnandoci però qualcosa come una quarantina di milioni). Il calcio non ha sentimenti perché Dybala, quello che sino a poco tempo fa era “u picciriddu”, si è affrettato a dire che «affrontare il Palermo sarà una grande emozione, ma io devo pensare alla Juventus perché siamo vicini alla conquista dello scudetto e solo noi possiamo fallire l’obiettivo». Il calcio è anche fratricida perché sulla sua strada Dybala troverà non solo il Palermo, ma anche gente come Sorrentino e, soprattutto, Vazquez. Paolino e il Mudo in rosanero erano un’unica cosa, fuori e dentro il campo. Insieme hanno riportato il Palermo in serie B dopo la retrocessione e insieme l’avevano collocato in zone tranquille della classifica. Insieme avevano anche trovato la nazionale (Paulo quella argentina, Franco quella italiana) che oggi è soltanto di Dybala. Uno è partito lo scorso anno, l’altro partirà alla fine di questo campionato perché è già scritto così. E allora Dybala, che non può più fare nulla per la classifica dei rosanero, nei giorni scorsi è sceso in campo in difesa dei suoi ex compagni. «I giocatori non hanno nessuna colpa della situazione attuale della squadra – dice la “Joya” – Non è normale cambiare dieci allenatori in una stagione. La gente non se la deve prendere con i calciatori». E, infatti, la gente non se la prende solo con i giocatori, ma se la prende soprattutto con chi ha deciso tutti questi cambi. Proprio Maurizio Zamparini che con l’acquisto di Dybala ha avuto un fiuto eccellente di scovare un fuoriclasse unico. Un fiuto che però non ha dimostrato allestendo la squadra che avrebbe dovuto giocare questa stagione senza Dybala e che soprattutto non ha mai trovato l’erede di Paulo nonostante in tanti siano stati candidati a questo ruolo o siano stati spacciati per tali. Perché il calcio sa anche punire e adesso sta punendo tutti gli errori fatti in questa stagione in casa rosanero, sia in fase di allestimento della squadra sia in quella di gestione. Una gestione che ha portato sulla panchina del Palermo nuovamente Davide Ballardini. C’era lui a guidare la squadra quando al “Barbera”, nel girone di andata, l Juventus s’impose per 3 a 0. Un risultato a dire il vero pesante nel quale Dybala fu decisivo nella qualità di uomo assist. In quella occasione, perché il calcio è anche irriconoscente, tra gli applausi ci furono anche i fischi per l’ex “picciriddu” diventato ormai grande. Quella di domani sarà una cosa diversa perché il calcio è anche fatalista e Dybala giocherà davanti al suo pubblico, che lo ha eletto a beniamino proprio come aveva fatto quel del “Barbera”, e rientrerà in squadra, proprio contro la sua ex squadra, dopo l’infortunio nel derby con il Torino che lo ha costretto quasi un mese ai box gli ha fatto saltare Champions e campionato. «Adesso sono pronto – dice Paulo – e non vedo l’ora di tornare in campo ed esserci anche io nella lotta per lo scudetto». Come sono lontane le strade di Dybala e del Palermo”. Questo quanto si legge sull’odierna edizione de “La Repubblica” in vista della sfida di domani pomeriggio tra Juventus e Palermo.