L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla sfida di domani tra Italia e Macedonia, con lo spettro covid sugli azzurri.
Nell’approccio carico di pathos ai play-off per il Mondiale, ieri la Nazionale ha riscoperto un classico: l’allarme Covid, non proprio il massimo a poche ore dalla partenza di stamattina per Palermo, dove domani la vittoria sulla Macedonia del nord sarà indispensabile nel primo dei due spareggi senza appello. A Coverciano due membri dello staff sono risultati positivi e hanno dovuto fare marcia indietro, ma almeno altre due persone della macchina organizzativa hanno subito analogo destino. I giocatori sono negativi, però questi casi non isolati, uniti a quello dello juventino Locatelli (che attende di potere rientrare nel gruppo) e alla necessaria verifica sui contatti più rischiosi, richiederanno ulteriori controlli mirati, mentre non emerge preoccupazione per la presenza lunedì di un gruppo di sponsor al centro tecnico: il protocollo sanitario ha evitato incroci con la squadra.
L’allarme Covid, per fortuna non paragonabile a quello che esattamente un anno fa tra Bulgaria e Lituania portò a 27 casi di positività tra squadra, staff e gruppo, genera supplemento di tensione che sta cercando di allontanare Mancini, impegnatissimo da un mese appunto nella veste di psicologo insieme al terzetto di grandi ex Vialli-Oriali-De Rossi. I viaggi per rasserenare i campioni d’Europa prima del bivio più pericoloso della loro carriera internazionale sono stati apprezzati dai veterani a vario titolo in difficoltà, chiamati a rassicurare i compagni, ora che mezza squadra (Bonucci il trascinatore della finale di Wembley, Chiesa, Spinazzola, Di Lorenzo, probabilmente Chiellini) è fuori causa per la Macedonia del nord. Verratti, travolto con Donnarumma dalle critiche per l’eliminazione del Psg dalla Champions, ha gradito assai la visita del ct: «Sappiamo di non potere saltare due Mondiali di seguito, ma rispetto allo spareggio del 2017 con la Svezia abbiamo un grande stile di gioco e un grande allenatore, che ha lavorato sulla nostra testa».
I problemi individuali restano, ma secondo Verratti la maglia azzurra li risolverà. Mancini è pragmatico. Oggi il ct, se il capitano Chiellini si risparmierà per la seconda partita, deciderà chi schierare accanto a Bastoni tra Gianluca Mancini, Acerbi e Luiz Felipe. Deciderà anche se programmare gli avvicendamenti di chi in teoria potrebbe avere più difficoltà nelle due partite ravvicinate. I cambi (6 in caso di supplementari) sarebbero Pessina per Verratti mentre per Insigne c’è Pellegrini. Per l’eventuale staffetta tra centravanti il nuovo candidato numero uno è Scamacca, anche se gli uomini chiamati al riscatto e a guidare la Nazionale a Palermo, oltre a Verratti, sono sì essenzialmente tre protagonisti dell’Europeo — Jorginho che ha sfiorato il Pallone d’oro, l’inesausto Barella ultimamente meno energico e l’eroe di Wembley Donnarumma — ma soprattutto il quarto, l’eterno centravanti discusso. Immobile, se non giocherà Chiellini, domani sarà il capitano. E principalmente su di lui, fulcro del tridente completato da Berardi e Insigne, ricadrà
l’onere dell’unico elemento in grado di portare l’Italia in Qatar: il gol.