“Ufficialmente il secondo mandato di Rino Foschi come direttore sportivo del Palermo è durato diciotto giorni. Il contratto del dirigente romagnolo, infatti, era stato depositato appena il 6 luglio scorso. Diciotto giorni per capire che quella sua seconda esperienza in rosanero era già finita prima ancora di iniziare. Maurizio Zamparini e Rino Foschi ai titoli di coda. I due hanno trovato un accordo per rescindere il contratto che avrebbe legato il diesse alla società rosanero per i prossimi due anni. «Mi dispiace molto – dice Foschi – Fisicamente mi sento un po’ provato. Non riesco a fare bene il mio lavoro e ogni sera arrivo veramente stanco alla fine della giornata. Per il bene del Palermo bisogna prendere una decisione che non penalizzi la società in un momento così delicato. Per me Palermo era un’occasione irripetibile. Era il ritorno al primo amore e adesso mi trovo in una situazione che non mi consente di dare il massimo come avrei voluto». Ufficialmente, quindi, Foschi getta la spugna per motivi di salute. Certo, un fondo di verità esiste anche in questa versione, ma dietro alle dimissioni del diesse c’è molto altro. Per capirlo basta parlare con Maurizio Zamparini. «Rino è stanco – racconta il presidente del Palermo – ma sono anche dieci giorni che non ci parliamo o comunichiamo soltanto attraverso delle mail. Foschi è cambiato e non è più quello di dieci anni fa». Insomma è cambiato Foschi, ma è cambiato anche Zamparini. Gli affari che il patron rosanero poteva permettersi di portare a casa dieci anni fa adesso non sono più alla sua portata e probabilmente Foschi ha faticato ad adattarsi alla nuova realtà. «Credo – dice ancora Zamparini – che sulla sua decisione abbiano pesato le ultime operazioni di mercato». Foschi e Zamparini erano ai ferri corti ormai da giorni. I due vivevano le vicende rosanero da separati in casa. Foschi proponeva un giocatore e Zamparini lo bocciava. Zamparini bloccava un calciatore e Foschi non gradiva. Il tutto condito da dichiarazioni del tipo: «Ho dato a Foschi dieci milioni per il mercato diceva sino a qualche giorno fa Zamparini – e lui ha una sua strategia». Una strategia che cozzava con quella della società. La goccia che ha fatto traboccare il vaso probabilmente la vicenda Cigarini. «È l’ideale per il Palermo», la dichiarazione del diesse che, per chi ne conosce la sua riservatezza e il suo centellinare le notizie valeva più di un contratto ormai chiuso. «Ho bloccato io l’acquisto di Cigarini – la risposta di Zamparini – Non ci servono giocatori di trent’anni che costano tre milioni e guadagnano due milioni l’anno. A prendere giocatori di questo tipo siamo bravi tutti». Una bocciatura su tutto il fronte che non ha fatto che acuire la distanza tra presidente e direttore sportivo che alla fine ha portato alla rottura di ieri. Come se non bastasse Foschi non ha mai digerito la figura di Gianni Di Marzio, consulente personale del presidente. Tanto che Zamparini ha chiaramente parlato di «ruoli da definire per evitare gelosie». Adesso il Palermo si vede costretto a correre ai ripari e trovare un direttore sportivo che faccia il mercato nel momento più difficile. Il nome più accreditato è quello di Daniele Faggiano uno degli artefici del Trapani dei miracoli che quest’anno ha sfiorato la promozione in serie A. Faggiano era stato accostato al Palermo anche prima che Zamparini poi scegliesse Foschi. L’outsider è Nicola Salerno attualmente al Watford“. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.