Slitta la decisione del tribunale fallimentare del “vecchio” Palermo, una società ridotta ad una scatola vuota con oltre 50 milioni di euro di debiti. Stando a quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”, il collegio della quarta sezione ha accordato alcuni giorni ai tecnici per valutare la consistenza dell’ultima offerta da 10 milioni presentata dalla famiglia Zamparini, prima di decidere se aprire il fallimento o accogliere la richiesta di adesione al concordato fallimentare, si tratterebbe di una sorta di fallimento “ light”. «Stavo revocando la richiesta di concordato dopo aver accertato che la gestione del club riconducibile ad Arkus aveva distratto un’ingente somma dal club in favore di una società di cui Tuttolomondo è socio, quando è arrivata la mail della famiglia Zamparini con l’offerta di 10 milioni da versare per scongiurare il fallimento», chiarisce Giovanni La Croce, ll’amministratore giudiziario dell’Us Città di Palermo. «A quel punto è stato informato il collegio fallimentare che ha sospeso la decisione per consentirci di analizzare la nuova situazione». Questa mattina il commercialista è arrivato a Palermo dove per tutto il giorno sarà impegnato in una riunione con tutte le parti in causa. «Saranno dieci ore di totale immersione nei bilanci e nei documenti dell’Us Città di Palermo per capire se un’ipotesi di concordato è finanziariamente sostenibile alla luce dell’ultimo colpo di scena, la disponibilità della famiglia Zamparini di immettere nelle casse della società dieci milioni di euro». Questo il commento dell’amministratore giudiziario. Un ultimo disperato tentativo di evitare il fallimento che però si scontra con la gestione Tuttolomondo del club, che il mese scorso, in piena procedura prefallimentare, ha distratto 330 mila euro dalle casse già agonizzanti della società. Un’azione che, secondo la procura, oltre ad avere profili penalmente perseguibili, non consente di accogliere le richieste di concordato fallimentare. «Se dalla riunione di domani (oggi, ndr) non usciranno elementi chiari in favore, invierò subito al collegio la revoca della richiesta di concordato» assicura La Croce. In ogni caso sarà sempre il tribunale a decidere se c’è ancora margine per evitare l’apertura del fallimento. Per l’amministratore giudiziario la condizione indispensabile da cui partire nella riunione di oggi è la garanzia che i dieci milioni vengano effettivamente versati nelle casse. E questo potrebbe non bastare al collegio della quarta sezione del tribunale fallimentare per accogliere la richiesta di concordato. Sulla questione la procura, che ha depositato l’istanza di fallimento quest’estate, attende la decisione del tribunale fallimentare per valutare se e quando far partire gli avvisi di garanzia per bancarotta fraudolenta nei confronti degli amministratori del club dal 2014 a quest’anno.