Repubblica: “Diamanti, il capitano non giocatore: «Godetevi il silenzio, usatelo senza pietà»”

“Alessandro Diamanti e Davide Ballardini non si sono praticamente neanche visti. Con Roberto De Zerbi, invece, Alino è diventato capitano e ha giocato sempre. Anche con Corini ha giocato sempre, ma ogni volta è partito dalla panchina, tranne nell’unica occasione in cui ha giocato titolare. Con Diego Lopez, invece, in quattro partite è sceso in campo per quarantatré minuti, mettendoli insieme solamente nelle ultime due giornate di campionato, visto che contro il Napoli non è stato convocato e contro il Crotone è rimasto in panchina. Eppure per i tifosi e per i suoi colleghi, e non solo quelli con cui divide lo spogliatoio, uno come Diamanti dovrebbe giocare sempre. Soprattutto visto che è l’unico con una certa esperienza in una squadra che annaspa nella lotta per non retrocedere. Quando entra in campo i compagni lo cercano proprio come se stessero chiedendogli di guidarli. E lui, con il passaggio vincente a Chochev venerdì sera a Torino contro la Juventus, è diventato il miglior uomo assist della squadra nonostante non abbia la continuità di impiego che molti potrebbero aspettarsi. Facile chiedersi allora il perché Diamanti non giochi sempre. Ed è ancora più semplice rispondere a questo interrogativo: c’è un veto presidenziale che pende sulla sua testa. «Sì, Diamanti è come Gilardino – ha detto Zamparini a “Repubblica” nelle scorse settimane – Solo che Gilardino faceva gol. Lui no. È una ottima persona e sono contento di averlo, ma deve capire che deve giocare i suoi venti minuti. Per noi è utilissimo. Deve insegnare ai giovani. Mi aspetto un grosso contributo da lui dalla panchina». E pensare che lo stesso Zamparini a settembre aveva detto che Diamanti non era proprio come Gilardino. «Perché Alberto non si muove più tanto – diceva – Diamanti invece sì e ha tantissima voglia di rivalsa». Salvo poi cambiare idea e iniziare a ritagliare per il secondo giocatore più pagato della sua rosa un ruolo prima alla Del Piero ultimo periodo («se utilizzato quando gli avversari sono in calo – disse Zamparini – è devastante»); per poi arrivare alla definizione finale di uomo da venti minuti. Diamanti ha scelto la strada del silenzio. Ogni tanto si lascia andare a un commento su Instagram, l’unico social network che ha. Dopo la partita contro la Juventus ha scritto: «Godetevi il silenzio. Usatelo senza pietà. È l’arma più potente che avete, più crudele di qualsiasi parola». Una frase che mai come adesso deve essergli sembrata così attuale da pubblicarlo. Le reazioni dei tifosi al suo post non si sono fatte attendere: 1.606 persone in due giorni gli hanno regalato un “mi piace”. «Devi giocare», «Fatti rispettare», «Ma come si fa a tenerti in panchina»,  gli hanno scritto, fino a «Se ti fossi chiamato Diamantovic avresti giocato sempre». «Peccato che la formazione la faccia Zamparini – scrive poi Jestersely – chiunque capirebbe che Sallai e Balogh non sono pronti per la A». Oppure Luisfabiao «Come fai ad accettare tutto questo? La rosa attuale è la più scarsa di tutta la gestione Zamparini e tu non giochi? Il presidente ha deciso che non devi giocare perché ha paura che con te il Palermo possa salvarsi». Una marea di commenti ai quali Diamanti ha sentito il bisogno di rispondere con due emoticon: un sorriso e un gesto della mano che significa “I love you”. Il direttore sportivo Nicola Salerno dice che tocca all’allenatore decidere. Lopez dice che tornerà utile, ma non lo ha mai schierato titolare. E Diamanti? Lui segue le partite dalla panchina agitandosi e tifando per i suoi compagni. E loro gli riconoscono il ruolo di leader. Prima della partita di Torino era stato Rispoli a postare su Instagram una foto con tanto di dedica: «Viaggiando con Alino Diamanti, campione dentro e fuori dal campo».”. Questo quanto ripoprtato dall’edizione odierna de “La Repubblica”. Di seguito il post pubblicato su Intagram da “Alino”:

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Redazione Ilovepalermocalcio