L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul decreto anti-crisi per superare l’emergenza. Il decreto d’urgenza potrebbe usare, a sorpresa, tutti i 25 miliardi di maggiore deficit autorizzati dal Parlamento. Di sicuro ne mobilita molti di più: 350 miliardi. «Una somma equivalente in percentuale di Pil ai 550 miliardi attivati dalla Germania», spiega in tv il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Sono garanzie statali che consentono di non lasciare a secco le aziende in ginocchio, assicurando liquidità. Il decreto anti-crisi – 120 articoli nella bozza entrata in preconsiglio – interviene in quattro ambiti: lavoro, sanità, imprese, scadenze fiscali. Stanzia 10 miliardi per sostenere le buste paga di 5 milioni di lavoratori in fermo forzato e aiutare i genitori con figli o disabili da accudire, ora che scuole e centri sono chiusi. Altri 3 miliardi per potenziare sanità e Protezione civile: straordinari al personale sanitario, assunzioni di medici e infermieri, acquisto di mascherine e strumentazioni. E ancora: 5 miliardi di garanzie statali alle imprese in grado di assicurare 350 miliardi di liquidità e maggiore accesso al credito bancario. Rinviati tutti gli obblighi fiscali per piccole e medie aziende e per tutte le imprese dei settori colpiti: turismo, trasporti, ristorazione, cinema, teatri, sport, istruzione, fiere ed eventi. Sospesa la riscossione coattiva: non arriveranno cartelle e notifiche. Stop al pagamento di ritenute, contributi e Iva per tutte le imprese sotto i 2 milioni di fatturato e senza limite di ricavi per quelle dei settori più esposti. Da oggi e «fino a venerdì – precisa Gualtieri – tutte le scadenze fiscali sono rimandate, il decreto definirà poi le proroghe successive». Previsto poi un secondo decreto in aprile con un nuovo pacchetto «per rilanciare l’economia», spiega ancora il ministro. Potenziata la cassa integrazione – ordinaria, straordinaria, in deroga – e il Fondo di integrazione salariale. Tutti i lavoratori saranno coperti, in caso di sospensione della produzione. Per 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto le aziende non potranno licenziare, anche in presenza di forte contrazione delle commesse o se costrette a chiudere per sanificare. Autonomi, partite Iva, operai agricoli, stagionali collaboratori avranno un’indennità una tantum da 600 euro per marzo. Un importo ritenuto troppo basso da Italia Viva. Cento euro ai dipendenti che sono sul posto di lavoro e guadagnano meno di 40 mila euro lordi. Nasce anche un “fondo per il reddito di ultima istanza”: darà un sostegno ai lavoratori, sia dipendenti che autonomi, sotto i 10 mila euro di reddito da lavoro nel 2019.
Imprese: si discute anche sul fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Sul tavolo c’è un miliardo in più, ma il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli insiste per averne due. Anche il ministero dei Trasporti vorrebbe maggiori agevolazioni per il trasporto merci. Mentre le Regioni si dicono pronte a usare gli avanzi di gestione, ma c’è l’altolà del ministero dell’Economia che teme uno sforamento del deficit incontrollato. Mutui e documenti. «Tutti i mutui saranno sospesi, nessuno avrà il problema di non poter pagare la rata del mutuo tranne i lavoratori dipendenti che continueranno ad avere lo stipendio», chiarisce ancora Gualtieri. «Tutti gli altri potranno chiedere la sospensione della rata di mutuo». La validità di carta di identità e patente in scadenza sarà prorogata.