L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni dell’ex rosa Daniele Di Donato, allenatore del Latina:
«Peggio non poteva capitare. Per noi è un vero e proprio banco di prova. Il Palermo ha lavorato bene e costruito buona squadra. Viene da un anno di esperienza e ha fatto tesoro della stagione passata. Noi siamo stati ripescati in serie C. Siamo insieme da 15 giorni e siamo ancora un cantiere aperto. Certo sarà una sfida importante e questo tipo di partita è sempre bella da giocare».
«Ci penso da quando sono stati fatti i calendari e man mano che la partita si avvicina mi sembra sempre più strano. Per me è particolare. Però sono molto contento. Mi sarebbe piaciuto giocarla a novembre per capire meglio di che pasta è fatta la mia squadra, ma va benissimo così. Rientro in quello spogliatoi che è stato mio per tanti anni. Salirò la scale che portano al tunnel che immette al campo. Poi però andrò in panchina e questo è ancora più strano perché io a Palermo sono sempre stato in campo».
«Sono passati secoli da quando sono andato via. Nel calcio si cambia ogni sei mesi figuriamoci a distanza di anni. Però sarò contentissimo di vedere tanta gente con la quale sono cresciuto: dai medici Matracia e Puleo, a Pasquale il magazziniere e insieme a loro tutti quelli che hanno fatto la storia del Palermo. Palermo per me è Palermo. Mi sono sempre sentito palermitano dal primo giorno che sono arrivato in questa città. Un’unione che è stata unica. Tornare qui è come tornare a casa. Quando vai in trasferta da altre parti vai veramente in trasferta.
«Il Palermo quest’anno ha una squadra quadrata. Ha fatto innesti mirati. È forte dopo un anno di maturazione. È certamente una delle candidate alla promozione insieme a Bari, Avellino e Catanzaro. Può sicuramente recitare una parte importante».