Repubblica: “Dalla B alla B, i conti di un flop annunciato. Cifre e dettagli”

“Un fatturato da 100 milioni e 658 mila euro a fronte di 125 milioni e 569 mila euro di spese. Con un saldo negativo di 24 milioni e 911 mila euro. Questo è l’andamento economico del Palermo da quando è tornato in serie A. I dati sono quelli ufficiali dei bilanci che la società di viale del Fante chiude al 30 giugno di ogni anno, relativi alla stagione 2014/2015 e 2015/2016. E che in queste ore sono passati al setaccio dai rappresentanti di Maurizio Zamparini e di Paul Baccaglini per la chiusura della trattativa per il passaggio del Palermo dall’attuale proprietà alla Y W & F Global Limited. Cifre che non tengono ovviamente conto dell’ultimo esercizio finanziario del campionato in corso che ha già emesso per i rosanero l’amaro verdetto della retrocessione in B. Ma che servono per capire cosa intende l’attuale presidente nato a Evanston, a nord di Chicago, quando dice che già nell’andamento della gestione dalla società ci sono i margini per avere risultati migliori degli attuali. Che il Palermo da quando è ritornato in A ha speso più di quanto ha incassato è assodato. Solamente per stipendi Zamparini nei primi due campionati di A ha pagato complessivamente 81 milioni 580 mila euro. In questa stagione il costo degli stipendi peserà per una quarantina di milioni, portando il dato complessivo dei tre campionati di A oltre i 120 milioni di euro di stipendi. I tifosi rosanero si lamentano per i risultati ottenuti dalla squadra, ma non possono dire di avere contribuito in modo determinante alla vita della società: negli ultimi due campionati hanno versato nelle casse di viale del Fante fra biglietti e abbonamenti 7 milioni e 706 mila euro, praticamente la stessa somma che Zamparini nello scorso campionato ha versato per mediazioni e costi di tesseramento ai vari consulenti. Il dato complessivo non dovrebbe superare i 10,5 milioni di euro incassati dal ritorno in A fino ad oggi. L’aiuto economico più grande è quello dei diritti televisivi: alla fine di questo campionato il Palermo incasserà 38,7 milioni di euro che si sommano ai 69 milioni 736 mila dei due precedenti campionati di A. Un totale di 108 milioni e 436 mila euro che se fossero stati spesi meglio avrebbero portato altri risultati sia in termini di gestione economica che sportiva. Ma fino a quando c’erano margini per investire si trovavano sempre calciatori da rivendere per compensare alle maggiori spese con le plusvalenze. A minori investimenti nel corso degli anni, però, sono corrisposti giocatori meno forti da rivendere. Nel corso degli anni il valore del gruppo si è abbassato da 57,5 milioni di euro del 2012 ai 28 milioni di euro attuali. Per il parco giocatori da quando il Palermo è tornato in A sono stati investiti complessivamente 32 milioni e 235 mila euro. Nella sola stagione 2011/2012, giusto per fare un esempio, gli investimenti per la rosa furono di 66 milioni e 830 mila euro. Questo spiega il motivo per cui nel corso degli anni si sono ridotte le plusvalenze. Al termine del primo anno di A, tre stagioni fa, vale a dire al momento della cessione di Dybala e Belotti, il Palermo ha realizzato 38 milioni e 669 mila euro di plusvalenze, l’anno seguente 5 milioni e 920 mila euro. Quest’anno, anche grazie a Vazquez, si chiuderà intorno ai 17 milioni di euro di plusvalenza. Discorso a parte merita il tanto nominato paracadute. Qualunque sia la cifra che i rosa incasseranno (25 milioni se a finire in B sarà il Crotone) i soldi entreranno nelle casse solo alla fine della prossima stagione. Come a voler dire che, se anche qualcuno in viale del Fante avesse fatto affidamento su questa somma, almeno per il momento ha fatto male i suo conti.”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.