L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Coulibaly, nuovo acquisto del Palermo.
Quando ha saputo che il procuratore trattava il suo trasferimento al Palermo non ha avuto dubbi. E chissà se nella sua mente sono riaffiorati i ricordi di tre anni fa, quando si era trasferito a Trapani. Fatto sta che Mamadou Coulibaly, che in Senegal suona un po’ come Mario Rossi, ultimo acquisto di un mercato pieno di colpi, arriva in rosanero per mettere radici: «Voglio ottenere la promozione in serie A, ma non dobbiamo pensare di aver già vinto — ha detto il centrocampista preso in prestito dalla Salernitana — Siamo competitivi, il nostro obiettivo è provare a vincere tutte le partite, ma se pensiamo che abbiamo la promozione in tasca ci sbagliamo di grosso».
Del resto, niente è stato scontato nella vita di Mamadou Coulibaly, nato 24 anni fa a Thies, terza città per popolazione del Senegal. Quando aveva 16 anni è scappato dal suo Paese con un lungo viaggio in pullman sino a Tangeri, in Marocco. Da lì la scelta di imbarcarsi alla volta della Spagna da cui ha raggiunto Marsiglia e poi Grenoble. In Italia è arrivato in treno. Prima a Livorno, poi si è stabilito a Montepagano, provincia di Teramo e a Roseto degli Abruzzi, dove avrebbe dormito per alcuni giorni su una panchina, a poca distanza dallo stadio comunale, prima che i carabinieri lo indentificassero e lo portassero in una casa famiglia.
Una storia incredibile che nel 2017 si è incrociata con Zdenek Zeman, il primo a vedere del talento nel senegalese e a farlo esordire in serie A, a 18 anni appena compiuti, contro l’Atalanta. Per poi lanciarlo addirittura da titolare in un match casalingo contro il Milan, terminato sull’1-1, in cui Coulibaly non ha sfigurato. Alla fine dell’anno il mediano senegalese con grande atletismo che dichiarava di ispirarsi alla stella del Costa d’Avorio Yaya Touré, totalizzerà 9 presenze in A. L’anno dopo, con il Pescara in B, le partite sono state 23, con due reti all’attivo e la chiamata dell’Udinese, disposta a spendere per lui 2 milioni per riportarlo in A. A fermarlo però ci ha pensato la pubalgia, che ha aperto per lui una lunga stagione di prestiti in serie B: Carpi, Entella e Trapani, prima di tornare coi friulani con cui ha giocato solo 3 partite.