L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Glik che torna al Barbera da ex con il Benevento.
A Palermo, una vita calcistica fa, è stato una meteora con sole 4 presenze, tutte in Europa League. Poi la sua carriera ha spiccato il volo lontano dalla Sicilia: al Monaco nel calcio internazionale, da bandiera granata a Torino, e al Mondiale con la maglia della sua Polonia. Ma sabato contro il Benevento, per uno dei tanti incroci del destino della diaspora rosanero, le strade del Palermo e di Kamil Glik si incroceranno al “Barbera”. Dodici anni dopo, il roccioso centrale biondo, arrivato alla corte di Delio Rossi nell’anno della finale di Coppa Italia persa all’Olimpico, incontrerà da avversario la sua ex squadra. Quella che lo lanciò in Italia nel 2010, appena 22enne, quando il Palermo di Zamparini lo prelevò dal Piast Gliwice, per portarlo in Sicilia.
È a lui che sabato pomeriggio si affiderà Andrea Agostinelli, subentrato alla guida di un Benevento fanalino di coda e all’ultima spiaggia, che si presenterà al “Barbera” in assetto di guerra. È contro il gigante polacco, che dovranno confrontarsi Brunori, Soleri e soci. Per l’attacco rosanero, un ostacolo non semplice da superare con la sua esperienza e fisicità. Glik, dal canto suo, arriverà con una grande motivazione dopo un recupero lampo e insperato, per un giocatore di grande stazza, che solo a metà febbraio scorso, a 35 anni, si era operato al menisco, con la prospettiva di concludere in anticipo la stagione.
E invece, per la fortuna delle “Streghe”, il polacco è rientrato nel pareggio per 1-1 contro la Reggina di Pippo Inzaghi, in cui ha tenuto botta per 90 minuti contro un avversario non semplice. A Palermo era arrivato nel 2010 come un acquisto di prospettiva, con un contratto quinquennale, ma è stato una comparsa. Perché era troppo giovane e al primo anno in A, e si confrontava con una delle versioni migliori di sempre del Palermo, dei vari Miccoli, Pastore e Ilicic, che avrebbe sfiorato la storica vittoria della Coppa Italia.