Repubblica: “Dal Pino lascia una Serie A spaccata. Adesso Lotito può prendersi tutto”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle dimissioni di Dal Pino da presidente della serie A.
La partita per la successione è iniziata prima ancora delle dimissioni di Paolo Dal Pino dalla presidenza della Lega di Serie A, formalizzate ieri. I club sono divisi da tempo. Da una parte chi sta ancora con la Figc di Gravina. Dall’altra il gruppo di Claudio Lotito, cervello della lettera contro la Figc che ha spaccato la Lega.
Ieri sui telefoni dei dirigenti girava un video di Gaetano Blandini — dg della Siae fatto eleggere da Lotito consigliere indipendente di Lega — che sguaina una spada sulle note della colonna sonora di Kill Bill . Da quando è stato nominato si è mostrato molto attivo, con mail e proposte. Per molti, una candidatura alla presidenza, che però non convince nemmeno Lotito. Ma il n.1 laziale non rinuncerà a essere il prossimo kingmaker della Lega di Serie A. Primo voto già lunedì: quasi certamente servirà più tempo.
Uno dei candidati più credibili sarebbe Antonio Romei, oggi ineleggibile perché impegnato a salvare la Sampdoria da penalizzazioni per mancati versamenti: il termine per la verifica è il 16 febbraio, poi si vedrà. In fondo, proprio quel giorno la Figc potrebbe nominare un commissario per la riforma dello statuto, indigesta a molti club: il terreno ideale per trovare accordi cavalcando la spaccatura.
La scelta di Dal Pino di farsi da parte, oltre che al suo trasferimento a Los Angeles, dove gestirà a tempo pieno Telit, la società di telecomunicazioni di cui è amministratore delegato, è dovuta alla consapevolezza di non avere i voti necessari a guidare la Lega. Prima di lasciare avrebbe voluto chiudere alcune partite: il dialogo con il governo sulla capienza degli stadi, la questione dei ristori e proprio la riforma dello statuto che la Figc impone alla Lega come condizione per evitare il commissariamento.
Dal Pino era stato vicino alle dimissioni già a fine 2020, quando i club si divisero sull’opportunità di creare una media company partecipata da fondi d’investimento. La ferita resta aperta. Nella lettera di dimissioni, prima di ringraziare Gravina “gentiluomo, amante di questo sport”, ricorda come “la proposta si sia arenata per i motivi che conoscete”. Leggi: Juventus, Milan e Inter tramavano con altri nove grandi club spagnoli e inglesi per dar vita alla Superlega. Ma al di là delle ruggini, quel che Da Pino segnala è l’inadeguatezza della governance della Serie A.