Repubblica: “Dal magazziniere al podologo, tutti gli uomini del ritiro austriaco”

“Dietro una squadra che va in campo, in ritiro c’è una’altra squadra che resta dietro le quinte. Una formazione di una ventina di elementi: dal cuoco al podologo, dal medico al magazziniere, dal nutrizionista al team manager. Il veterano dei ritiri è il magazziniere Pasquale Castellana. Ha iniziato nel 1998 a Pedara con Morgia allenatore. Pasquale è il punto di riferimento di tutti i giocatori, così, se gli chiedi il suo preferito in tanti anni di lavoro, fatica a indicarne uno per non dimenticare qualcun altro. Su quello dal carattere più difficile non ha dubbi. «Sicuramente Bovo – dice – Un ragazzo eccezionale, ma prima della partita diventava intrattabile». Pasquale ha mille aneddoti da raccontare, ma quello certamente più divertente è legato a un derby giocato al Cibali. «La notte prima della gara ci rubarono le maglie. Passammo la vigilia della partita a incollare dei numeri con il nastro adesivo sulle casacche d’allenamento». In una sorta di viaggio all’interno degli spogliatoi della Sport Arena di Bad, dopo il magazzino c’è la stanza dello staff sanitario. Sette persone coordinate da Cristian Francavilla. «La difficoltà più grande che s’incontra quando lavori con i calciatori è riuscire a fare prevenzione negli infortuni – dice Francavilla – Ed è per questo motivo che ci stiamo affidando a delle metodiche sperimentali». Metodi che lo scorso anno, in una classifica tra le squadre con meno infortuni, ha visto il Palermo secondo dietro solo al Napoli. «Rispoli, Vitiello, Gonzalez, Jajalo, Quaison e Andelkovic sono i più attenti alle condizioni clinico sanitarie. Hanno una grande cura del loro corpo. Esistono due tipi di giocatori – dice – Quelli che si fidano di quello che dice il medico e quelli che, pur fidandosi, hanno voglia di giocare e possono non dirti tutto rischiando così degli infortuni evitabili». Tindaro Bongiovanni è il nutrizionista della squadra che lavora a stretto contatto con il medico. Da Palermo ha portato quintali di derrate alimentari per soddisfare ogni esigenza della squadra nei diciannove giorni di ritiro. «Una sana educazione alimentare è fondamentale – dice Bongiovanni – Con i giovani può essere più difficile perché non sono abituati. Il mio lavoro diventa stimolante se riesci a dargli le indicazioni giuste». Ma cosa mangia un calciatore? La domanda può sembrare scontata, ma sicuramente non lo è la risposta. «Non esiste una dieta che vada bene per ogni giocatore – dice Bongiovanni– È differente a seconda dei ruoli, dei giorni della settimana, se si deve giocare una gara». Una dieta nella quale però non ci sono alimenti banditi. «Secondo me non si deve vietare nulla. Anche un bicchiere di vino rosso o una birra artigianale possono far parte della dieta di un calciatore. L’unica cosa che è bandita sono i superalcolici». L’alimentazione come benzina per far correre un calciatore e allora il podologo è come il meccanico che sta ai box. «Mi prendo cura dei ferri del mestiere – dice Sergio Caruso – cercando soprattutto di fare prevenzione e cura. Bisogna fare i conti con vesciche, dolori muscolari, traumi». Un esercito, quello di Bad, guidato da un generale giovanissimo. Alessio Cracolici, trentadue anni, terza stagione da team manager. Quello che in ritiro deve organizzare tutto perché ogni cosa vada per il verso giusto. Un lavoro a stretto contatto con altri giovanissimi componenti della squadra in ritiro a Bad come Andrea Siracusa e Riccardo Gatto, giornalisti dell’ufficio stampa. Anche loro super impegnati e certamente poco visibili”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.