Repubblica: “Dal Chelsea al Messina, seconda vita di Camilleri ex golden boy della difesa”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Messina e su Camilleri.
Ha vestito le maglie di Chelsea e Juventus. Ha giocato in serie A, in Europa League e nelle nazionali giovanili. Quando gli si chiede di fare un bilancio della sua carriera risponde senza fronzoli: «Un gran casino».
E si scioglie quando ricorda Davide Astori, suo compagno al Cagliari. Il difensore gelese Vincenzo Camilleri, classe 1992, riparte da Messina e da quei colori giallorossi che forse erano nel suo destino: «A 12 anni ho fatto un provino – racconta il nuovo difensore peloritano – e sono stato vicinissimo al Messina. Ma proprio in quell’occasione mi vide la Reggina che fece carte false per portarmi in Calabria. Ho esordito in Coppa Italia a 15 anni contro l’Inter di Mancini e ricordo che il mio esordio fece tanto rumore per via della mia giovanissima età. Feci anche un raduno con la nazionale Under 16, c’erano El Shaarawy e Perin. E inaspettatamente mi svegliai una mattina con i riflettori di mezza Europa puntati su di me. Incredibile» . Un osservatore del Chelsea lo contattò. I “ Blues” di Abramovich avevano individuato in lui il difensore del futuro. La chiamata della vita per l’allora “enfant- prodige”: « Mi sono trasferito a Londra. Con me c’erano anche Borini e Sala». Ma ci fu un problema: la trattativa indispettì la Reggina e l’allora presidente Lillo Foti: «Sono stato squalificato per 4 mesi, non so ancora il perché, ma su questa storia ho letto anche tante leggende metropolitane. Si pensava che mi avessero prelevato di nascosto con un elicottero per portarmi allo “ Stamford Bridge”, ma non è andata assolutamente così» . Passano 4 mesi e Camilleri fa il suo esordio con l’Under 18 del Chelsea. Ma la stagione non andò secondo i pani: «È stata dura perché non conoscevo la lingua e sentivo la mancanza di casa, l’impatto è stato devastante. Ho fatto l’errore più grande che potessi fare: lasciare l’Inghilterra».
In Italia tutti lo volevano: «Potevo andare alla Juventus, al Milan, all’Inter o alla Fiorentina. Anche Manchester United, Tottenham e Reading mi volevano, ma io ho scelto di tornare alla Reggina. Ho esordito in A contro l’Atalanta a 17 anni e vincemmo a Bergamo». A fine anno gli si spalancarono di nuovo le porte di una big. A chiamarlo fu la Juventus di Del Neri: «Andai alla Juventus in prestito con diritto di riscatto. Ero il quinto centrale dietro Barzagli, Bonucci, Chiellini e Legrottaglie. Ho esordito in Europa League dall’inizio contro il Lech Poznan e ho giocato contro il Manchester City. Puntavano molto su di me».
Tante gioie, ma anche tante delusioni: «Quell’anno mi sono rotto prima il menisco e poi il perone. A giugno non sono stato riscattato e sono tornato alla Reggina. Un anno in prestito alla FeralpiSalò in C1 in cui ho fatto benissimo, prima della chiamata del Cagliari».
E pensando alla Sardegna Camilleri si commuove ricordando un incontro “ speciale” che ha lasciato il segno: «Quell’anno partivo come quarto centrale, giocai solo 2 partite in A ma ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere Davide Astori. Avevamo un gruppo su WhatsApp, scherzava sempre, era una persona incredibilmente solare che non dimenticherò mai».
Poi Barletta e il ritorno alla Reggina: «Ci salvammo ai play- out battendo proprio il Messina al “ San Filippo”. A fine anno però la Reggina fallì».
Arrivò la chiamata del Brescia, in B: «Disputai un’ottima stagione. In estate però aspettai troppo, non ho rinnovato con il Brescia e sono rimasto senza squadra. Da quel momento tanta serie C».
Sempre da protagonista e senza mai retrocedere: «Io però faccio gli scongiuri», dice ridendo: «Appena mi ha chiamato il direttore sportivo del Messina Pitino al penultimo giorno di mercato ho accettato subito».
Vincenzo è sposato con Erika ed è papà di Giulia, una bellissima bimba di un anno e mezzo. E nel frattempo è anche diventato dottore: «Mia figlia è nata a Gela, è siciliana doc. Mi sono anche laureato in Scienze Motorie e mi manca poco per la specialistica».
Ha fatto il suo esordio in maglia giallorossa nella trasferta di Bari: «Porto al Messina il mio entusiasmo, il mio carisma e la mia esperienza. Sono in una piazza fantastica e faremo di tutto per salvarci» . Senza rimpianti: «Non ne ho e non devo neanche riscattarmi – conclude – perché ho sempre dato il cento per cento. A Messina lotterò per la maglia».