Nell’edizione odierna di “Repubblica”, emergono ulteriori intercettazioni raccolte nelle 360 pagine dell’ordinanza del gip Antonia Leone del tribunale di Caltanissetta. Viene infatti riportata una conversazione tra l’ex presidente del Palermo Giovanni Giammarva e la moglie, ed un’altra tra il giudice Sidoti e il presidente della sezione fallimentare del tribunale di Palermo D’Antoni. Ecco quanto si legge:
“Che i tifosi del Palermo continuino a rimpiangere ancora oggi l’errore dal dischetto di Igor Coronado contro il Cesena è normale. Quel pallone finito alto di fatto ha segnato la mancata promozione diretta in A dei rosa. Ma fa un effetto diverso sapere che quell’episodio sia finito anche nelle 360 pagine dell’ordinanza del gip Antonia Leone del tribunale di Caltanissetta. Il 19 giugno l’allora presidente del Palermo Giovanni Giammarva è al distributore di benzina di viale delle Alpi in attesa di incontrare il giudice Giuseppe Sidoti. E al telefono con la moglie si sfoga: «Sono ancora qua che sto aspettando… dovevamo vederci domani mattina alle 8, solo che domani mattina io parto. Che casino, Lucia, non me la fido più… guarda, veramente…, una storia infinita e tutto per quei testa di ca… dei giocatori che hanno giocato di mer… le ultime partite… chiddu si manciò u gol… cioè… il rigore » . L’attesa infastidisce Giammarva che aggiunge «mi scasso la minc… che tu non hai idea… perché passano le persone, mi vedono fermo qua e mi scassa la min… sinceramente». Palermo-Cesena torna d’attualità anche nel colloquio fra Sidoti e Giovanni D’Antoni, il presidente della sezione fallimentare del tribunale di Palermo. Il 15 maggio, tre giorni dopo la partita finita 0-0 proprio per il rigore sbagliato da Coronado, Sidoti dice a D’Antoni di essere andato allo stadio e di avere pranzato nello spazio vip del ” Barbera”: «Siamo andati alla partita » . «Ti ha visto qualcuno? » , dice D’Antoni. La risposta: «Tutti. C’era Giammarva che mi ha detto ‘Ah, ma che fai qua? […] almeno alla fine del primo tempo porta i bambini a fare merenda…’. Allora alla fine del primo tempo andiamo… Giovanni, scene… la gente alle 4 e mezzo di pomeriggio pare che non mangiava da mesi, cazzo, e passa per settore vip. Tu non hai idea di quello che c’era, c’era una messa in un angolo con tre piattini, con le cose che le uscivano… sembrava un matrimonio, infatti quando sono uscito le ho detto ‘ posso fare gli auguri alla sposa?’. Un delirio, Giovanni. Una cosa vergognosa, vergognosa, capisci che la gente va là, cioè, a questo gliene dicono di tutti i colori. A Zamparini, soprattutto quelli che sono in quei settori. Min… ma andare a scrocco come… senza ritegno». Per sua stessa ammissione, prima di diventare presidente del Palermo Giovanni Giammarva capiva poco di calcio e di cose rosanero. Una evidenza che viene messa in risalto dal racconto della vittoria del Palermo per 3-0 sull’Avellino che Giammarva fa a Sidoti. «Sono andato allo stadio — dice al telefono Giammarva — ho visto la partita e sono tornato. Sto andando in studio». Sidoti ribatte «alla Gianni Agnelli, te ne sei andato alla fine del primo tempo» . Giammarva: « Esatto ah ah ah. Comunque oggi è andata benissimo eh » . E Sidoti: «Ho visto ora, 3-0, ma chi ha segnato? ». «Due Coronado…no, Coronado, La Gumina e l’altro, il terzo, non me lo ricordo… Zomicci (Trajkovski, ndr), non me lo ricordo come si chiama questo. Minc… non ne capisco niente» . I due scoppiano a ridere, poi Sidoti lo incalza: «Dico, tra non sapiri nienti e mancu sapiri i nomi di giucatura ra to squadra…» . «Ma sono tutti difficili… — ribatte Giammarva — difficilissimi… Quello che mi ha impressionato è Coronado» . Sidoti: «Ma Coronado si sapeva chi era… Ma Gnahorè… » . Giammarva: « Sì, ma oggi non ha giocato perché è stato squalificato per una giornata… e poi si andò a impicare con la macchina, però non si è fatto niente»”.