L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Davis Curiale, attaccante del Catanzaro, che domani sfiderà proprio il suo Palermo:
Nato a Colonia, in Germania, ma il suo sangue è siculo. Mamma Filippa e papà Vito, di Campobello di Mazara, erano stati costretti a emigrare. Sua madre lavorava al Comune, mentre suo padre, muratore, ha perso la vita in un incidente stradale quando Davis aveva 14 anni.
«Per la prima volta affronterò i rosanero, sono molto emozionato. Lì ho vissuto due stagioni indimenticabili e porto nel cuore tanti ricordi. La storia della mia famiglia è la storia di tanti siciliani che sono stati costretti a spostarsi per cercare lavoro – racconta il bomber – Da mio padre ho imparato cosa vuol dire sacrificarsi e la passione per il calcio. Avevo 14 anni, ero tornato a Campobello con mio padre e mia sorella, ma proprio quell’estate papà morì in un incidente stradale. Fu una batosta. E dopo 2 anni tornammo definitivamente in Sicilia con mamma».
«Disputai il mio primo campionato di Eccellenza proprio con il Campobello, avevo 17 anni e conquistammo una storica promozione in D. Il Palermo seguiva Terranova, mio compagno di squadra, ma vedendomi decise di puntare anche su di me». Al Palermo 2 anni in Primavera e una caterva di gol: «Il primo anno arrivammo in semifinale, perdendo contro la Juventus di Marchisio e Giovinco, mentre il secondo anno, sempre in semifinale, siamo stati eliminati dall’Inter di Balotelli. Ma conquistai il titolo di capocannoniere e mi allenavo stabilmente in prima squadra con il mio compagno di camera Sirigu. Andai diverse volte in panchina, anche in Coppa Uefa, e il mio rammarico più grande è quello di non aver esordito in serie A. Quando Amauri si fece male al crociato Guidolin mi aggregò in pianta stabile. Ricordo che un giorno chiesi la maglia proprio ad Amauri, che il giorno dopo mi chiamò in disparte dopo l’allenamento e me la regalò dopo avermi detto: ehi, ragazzino, vieni qui»
«Il Palermo non ha mai creduto in me fino in fondo, avevo un contratto di 5 anni, e dopo tanti prestiti mi hanno ceduto. Il campionato più bello a Frosinone con la promozione in B. A livello personale a Catania, dove sono stato capocannoniere, ma anche a Trapani ho giocato due stagioni indimenticabili. Se dovessi segnare contro il Palermo? La dedica andrebbe a mio padre. Come sempre. Il mio primogenito, che ora ha 6 anni, si chiama proprio Vito. Come suo nonno».