Roberto Crivello è uno degli autentici leader di questo Palermo, il difensore ex Spezia e Frosinone non ci ha pensato due volte a tornare in Sicilia e indossare la maglia rosanero. L’edizione odierna di “La Repubblica” ha fatto il punto della situazione sull’inizio di stagione del giocatore che sta sicuramente disputando un campionato di alto livello. Il centrale che si era presentato chiarendo subito l’episodio di Frosinone «Non sono stato io a tirare i palloni e chi lo ha fatto ha capito subito di avere fatto una grande cazzata. Quello che è accaduto è stato imbarazzante ». Al di là di quelle parole, Crivello non ne ha dovute spendere chissà quante altre per entrare nel cuore dei tifosi rosanero. Per lui hanno parlato i fatti e gli interventi duri, ma puliti, precisi e puntuali. Anche contro il Nola è stato uno dei protagonisti, riuscendo a salvare su Cappiello lanciato in porta. Il difensore rosanero poi ha parlato al termine del match contro la squadra campana: «Faccio i complimenti al Nola, abbiamo portato a casa una vittoria con tantissimo carattere. Nel primo tempo abbiamo rischiato anche di prendere gol». Ma è stato proprio lui ad impedirlo, inventandosi un recupero ai limiti dell’impossibile con un intervento in scivolata, sbucando praticamente dal nulla, proprio nel momento in cui Cappiello ha calciato in porta. E peccato se ha lasciato un altro po’ di pelle sul sintetico come gli era successo a Locri contro il Roccella per un’altra scivolata decisiva. Il suo modo di giocare è questo e il Palermo lo ha ingaggiato esattamente per queste sue caratteristiche. La partita contro il Nola è stata importante per Crivello anche perchè ha indossato per la prima volta la fascia di capitano: «Siamo un po’ tutti quelli che nello spogliatoio si fanno sentire per caricare la squadra – ha detto in un’intervista al sito ufficiale rosanero qualche giorno fa – ma quello che si fa sentire di più prima della partita è Santana » . E proprio l’argentino gli ha ceduto la fascia promuovendolo sul campo. Crivello che è legatissimo al Palermo, ma che ha indossato la maglia rosanero soltanto dopo il fallimento del club di Viale del Fante :« Sono cresciuto fra Partanna e Mondello – ha detto di sé – mi piacciono le cose normali e semplici. Mi piace la pasta al forno della nonna e la Formula 1. Palermo, con tutti i suoi difetti e la sporcizia, per me resta la città più bella del mondo». A Frosinone è diventato una bandiera, con 103 partite e una doppia promozione dalla C alla A che spera di ripetere anche in rosanero. A San Marino si è conquistato l’appellativo di “El Tractor” quando giocava ancora da terzino sinistro. Un nomignolo che ha sostituito quello che aveva da bambino, ” Ieia”, quando era così piccolo da non riuscire a pronunciare il nome di suo fratello Andrea storpiandolo proprio in ” Ieia”. Già allora aveva in testa solo il calcio. «Fin da piccolo era la mia passione, non ho mai pensato di fare un altro lavoro. Sono andato via di casa a 13 anni per giocare a calcio, ho fatto la testa tanta a moltissimi miei compagni di squadra sulla bellezza della mia città e di Mondello. Mi era sempre mancato giocare in rosa, è una cosa che ho voluto fortemente e che mi rende orgoglioso».