Repubblica: “Covid, chi sono i boss scarcerati. Le associazioni: «Abbiamo paura, c’è il gotha di Cosa nostra palermitana”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle scarcerazioni dei boss. «Sono scoraggiato — dice un imprenditore che nel territorio dei Lo Piccolo ha denunciato gli estorsori — Un brutto segnale per chi come me ha deciso di denunciare e mettere a rischio la propria vita. E di trascorrerla tra aule di giustizia e gli avvocati. Spero ci sia una marcia indietro sulla decisione». A Palermo sono tornati altri nomi eccellenti. C’è quello di Francesco Bonura, condannato definitivamente per associazione mafiosa a 23 anni, si trovava al 41bis. «Non sono un giustizialista — dice Totò Cernigliaro, anima di Solidaria — e credo nei valori della Costituzione. Per me si tratta di certezza della pena. Dovrebbero rimanere in carcere, a meno che non ci siano motivi gravissimi di salute». Anche Antonio Sacco, al vertice della mafia di Brancaccio, è stato scarcerato, insieme a Giorgio Teresi «La maggior parte dei soggetti accusati di associazione mafiosa ed estorsione ( circa una sessantina) ai danni delle vittime che assistiamo — dicono da Addiopizzo — non ha presentato alcuna istanza di scarcerazione o di differimento della pena. Quei pochi che l’hanno fatto sono rimasti in carcere. Va detto però che nelle settimane passate sono maturate scelte tanto incomprensibili quanto preoccupanti sulla gestione delle carceri che, oltre a rilevare responsabilità in capo alla politica, rischiano di minare la fiducia dei cittadini che hanno maturato la forza e il coraggio di denunciare».