L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Corini e Grosso, da amici in rosanero a avversari sabato nel match tra Frosinone e Palermo.
Glorie del Palermo contro. Compagni di una generazione rosanero immortale che si incrociano sulle panchine. Palermo-Frosinone (domani alle 14 allo “Stirpe”) non è soltanto il remake della gara dei veleni e delle polemiche della finale play-off per la serie A del 2018, ma la sfida tra il capitano Eugenio Corini e Fabio Grosso, l’esterno che a Palermo ha trovato il trampolino di lancio e la nazionale.
«Fabio Grosso è un amico con cui ho condiviso i tempi straordinari di quel Palermo», ha detto ieri Corini. Ripescando dalla memoria un aneddoto che risale al 20 gennaio del 2004, quando l’esterno campione del mondo scendeva di categoria per il richiamo del progetto rosanero, che sarebbe culminato il ritorno in A dopo 32 anni: «Ricordo ancora il suo primo allenamento con noi. Lui era arrivato dal Perugia a gennaio e noi stavamo giocando un’amichevole infrasettimanale a cui assistettero settemila persone – ha detto il tecnico del Palermo – e lui era emozionato. Veniva da una piazza importante come Perugia in A, ma aveva capito l’opportunità di giocare qui, che poi si è concretizzata per tanti di noi e per lui in particolare, dato che ha fatto una carriera straordinaria».
Ricordi indelebili di una squadra che tornava in A, arrivava sesta e giocava subito la prima coppa europea della sua storia. Proprio con Corini e Grosso protagonisti del primo gol europeo ai ciprioti dell’Anorthosis Famagusta. La sfida di domani non si gioca più fianco a fianco, ma da avversari. «Fabio – dice ancora Corini – è un ottimo ragazzo, è stato un calciatore in grado, con le sue qualità, con applicazione e con il lavoro, di costruirsi una carriera importante, ma oggi ha dimostrato di essere anche un grande allena ore». Non è la prima volta che i due si affrontano ma questa partita avrà un sapore particolare: «Ho già affrontato Fabio Grosso quando allenava il Verona e quando allenava il Bari e io ero a Novara prima e poi a Brescia – ha aggiunto Corini – ci conosciamo anche come allenatori, oggi la cosa diversa è farlo da allenatore del Palermo»