Repubblica: “Corini non si dimette. La sensazione è che sia il primo round di un lungo combattimento che si gioca sulla pelle dei colori rosanero”

Lunedì pomeriggio, mentre Zamparini parlava con De Zerbi e cercava inutilmente di riportarlo sulla panchina del Palermo, Eugenio Corini aveva deciso di presentare le proprie dimissioni. Un moto d’orgoglio che lo ha lasciato insonne per tutta la notte. Tanto che ieri, in assenza di un vero direttore sportivo o di un dirigente presente a Boccadifalco, Corini aveva comunicato al team manager Alessio Cracolici che avrebbe regolarmente diretto l’allenamento del pomeriggio e alla fine della seduta avrebbe deciso se rimanere o meno sulla panchina. Così, il tecnico ha radunato la squadra nello spogliatoio del “Tenente Onorato” e ha parlato ai giocatori. Ma, più che parlare, l’allenatore ha ascoltato. Ha ascoltato i suoi esprimergli tutta la loro solidarietà, ha sentito la vicinanza della squadra e l’appello a non mollare. A quel punto, il “Genio” non se l’è sentita di abbandonare i giocatori e soprattutto non se l’è sentita di tradire la fiducia del pubblico del “Barbera”. I tifosi che da quando lui è alla guida del Palermo sono tornati a riempire lo stadio, hanno sospeso la contestazione nei confronti di Zamparini ed erano pronti a riprendere la protesta qualora Corini fosse stato esonerato o se ne fosse andato. Alla fine è come se Corini, insieme alla squadra e ai tifosi, avesse messo in minoranza Zamparini e disinnescato l’atteggiamento schizofrenico del presidente che nella giornata di lunedì era pronto all’ennesimo ribaltone che, di fatto, avrebbe significato alzare bandiera bianca e rassegnarsi alla serie B. E invece Corini non si arrende. È evidente che Zamparini lo ha delegittimato, ma probabilmente lo stesso presidente non si aspettava la reazione della squadra a difesa dell’allenatore. È chiaro che Corini resta a rischio e che la bufera sembra essere soltanto rinviata in attesa della partita di domenica prossima a Reggio Emilia contro il Sassuolo, ma è altrettanto chiaro che il tecnico esce paradossalmente rafforzato dalla vicenda. Che gli dessero ragione i tifosi era scontato, che gli dessero ragione i numeri era sotto gli occhi di tutti, ma che gli desse ragione anche la squadra non era scontato. E invece i giocatori, probabilmente rendendosi conto di essere gli attori principali di questa vicenda, hanno fatto una precisa scelta di campo e si sono schierati dalla parte del loro allenatore. Quindi Corini resta in sella in barba alle tante telefonate che Zamparini ha fatto a mezzo mondo sentendosi rispondere da tutti allo stesso modo: «No, io a Palermo non ci vengo». Nessuno ha voluto accettare quella sfida che invece Corini ha deciso di accettare. «Io ci credo – ha continuato a ripetere – Non mi arrendo. Il mio imperativo categorico è quello di cercare in tutti i modi di salvare il Palermo». Il problema è capire se gli daranno una mano a farlo. Stefan Silva, l’attaccante svedese arrivato come primo “colpo” di mercato, non rappresenta sicuramente quel profilo di giocatore che Corini aveva chiesto e continua a chiedere a Zamparini. Un identikit che si può ritagliare più facilmente alle figure di Terranova o Dramè, che sono alcuni dei giocatori che potrebbero arrivare in rosanero e che servirebbero maggiormente alla causa. I prossimi giorni saranno decisivi sotto ogni punto di vista. Ad iniziare dalla trasferta di Reggio Emilia per proseguire con il mercato. Una cosa è certa: il primo round l’ha vinto Corini che con il supporto di squadra e tifosi è riuscito a resistere alla spallata di Zamparini. La sensazione è che sia il primo round di un lungo combattimento che si gioca sulla pelle dei colori rosanero“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.