Repubblica: “Corini cambia e vince, da Coulibaly e Valente nuova linfa per i rosa”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle scelte di Corini di far giocare contro il Brescia Coulibaly e Valente, scelte risultate vincenti.

La mossa a sorpresa di Coulibaly, la riscoperta della vecchia guardia, la bocciatura per Insigne ed Henderson. E soprattutto un modulo fluido, che a tratti dal 4-3-3 si è trasformato in un 3-5-2. Per battere il Brescia, con una «partita sporca», come lui stesso l’ha definita, Eugenio Corini ha provato a mischiare un po’ le carte, con una formazione a sorpresa e alcune esclusioni eccellenti. Inutile non menzionare subito la scelta dell’uomo del match, Mamadou Coulibaly. Il senegalese, appena rientrato da un infortunio muscolare al polpaccio, è stato subito gettato nella mischia dal primo minuto. Ma se si pensava che il suo ruolo sarebbe stato di interdizione, Corini lo ha invece impiegato nella posizione inedita di finto trequartista.

E l’ex Salernitana, non solo ha trovato il primo gol con la maglia del Palermo, ma ha galleggiato pericolosamente sempre in una zona del campo in cui poteva inserirsi e allo stesso tempo dare fastidio al centrocampo del Brescia. Alla fine la sua prestazione gli è valsa la palma del migliore in campo, non solo per la rete di testa su perfetto inserimento e cross di Valente, ma anche per il la voro di contenimento e le tante giocate di qualità. Non è un giocatore offensivo Coulibaly, che in sede di presentazione si era descritto come una mezzala naturale, ma ha dimostrato buoni tempi di inserimento.

Con quello contro il Brescia ha messo a segno il suo nono gol in serie B, dove ha totalizzato anche 5 assist. Di reti ne ha segnate anche due nella massima serie e adesso si candida una riconferma contro il Cittadella per domenica, quando il Palermo avrà  recuperato anche Segre. L’altra grande novità della serata in cui il Palermo ha ritrovato i tre punti è Nicola Valente. Fino a questo momento l’esterno, tra gli eroi della promozione in B, aveva giocato pochissimo. Dodici minuti contro il Bari all’esordio, 10 contro la Reggiana e poi un tempo contro la FeralpiSalò. Poi sette partite fuori, tre volte per scelta tecnica e quattro per infortunio.