“Fra notizie di sequestri, ricorsi e reclami l’unica cosa che preoccupa i tifosi è quale futuro attende il Palermo. Dalla prospettiva di un ripescaggio in A alle ultime vicende che trapelano dalla procura l’incertezza è massima. La società, del resto, sta giocando su due tavoli contemporaneamente, da un lato la partita che riguarda la procura; dall’altra la giustizia sportiva con le residue speranze di ottenere la promozione nelle aule dei tribunali con il ricorso inoltrato al collegio di garanzia del Coni per i fatti di Frosinone e l’attesa per l’esito del deferimento del Parma. Ma a preoccupare, più che il campionato di competenza, sono soprattutto gli sviluppi dell’inchiesta che dopo il sequestro di 1.135.077,74 euro dal conto corrente della società e di quote societarie del patron Zamparini per 99.993 euro, a breve potrebbero sfociare nella richiesta di incriminazione per i nove indagati dalla procura di Palermo. Agli otto che sin dall’inizio sono stati iscritti nel registro è stato aggiunto anche il presidente Giovanni Giammarva, colpevole per la procura di false comunicazioni sociali con lo scopo di intralciare i compiti degli organismi di vigilanza sui conti del club. Ufficialmente questi temi non sono entrati nel cda già programmato per ieri pomeriggio per l’approvazione di documenti contabili da presentare alla Covisoc per completare il dossier dell’iscrizione al prossimo campionato. Nella riunione convocata, ironia del caso, il giorno dopo la notifica del provvedimento giudiziario verosimilmente oltre alle scadenze imposte dalla chiusura dell’esercizio del 2018, fissate per sabato 30 giugno, è difficile pensare che un argomento così delicato come gli sviluppi dell’indagine non sia stato nemmeno oggetto di uno scambio di pareri. Il club aveva già pronto il piano operativo per la mancata promozione in A, vale a dire racimolare circa quindici milioni di euro dalle cessioni già programmate e proseguire poi con le altre per pianificare la prossima stagione. Una provvista di circa 20 milioni di euro per affrontare i costi d’esercizio del prossimo campionato. Ma dalle intercettazioni della Guardia di Finanza emerge come lo stesso Zamparini abbia ammesso direttamente ai suoi collaboratori che la Mepal e tutte le operazioni attorno al marchio sono fittizie e realizzate per sistemare i conti. Questo per la procura significa che il credito di 28,5 milioni di euro che per Giammarva è la parte non ancora saldata da Alyssa (la società lussemburghese riconducibile a Zamparini titolare del marchio rosanero) di fatto non esiste. E dunque, se così fosse, non basterebbero quindici milioni per fare quadrare i conti. Una tesi contestata dal club che ritiene il suo credito pienamente esigibile. La novità delle false comunicazioni alla Covisoc, che tira in ballo il presidente Giovanni Giammarva fra gli indagati, per il club è un atto dovuto e se così fosse metterebbe la società al riparo da provvedimenti della giustizia sportiva che potrebbero andare dalle sanzioni pecuniarie fino, nei casi più gravi che dovranno essere accertati dagli organi competenti, ai punti di penalizzazione. Un caso che non sembrerebbe essere quello dei rosanero. Rientra nel cosiddetto piano B, per esempio, l’accelerazione della cessione di Nino La Gumina per il quale la Sampdoria sarebbe pronta a pagare circa dieci milioni di euro. Nebuloso anche il futuro della proprietà: Zamparini ha ribadito in questi giorni di avere in programma una serie di incontri con potenziali finanziatori, ma le notizie della procura, per il patron, fanno allontanare gli investitori. Il Palermo ha già fissato il raduno a Sappada per il ritiro precampionato per il prossimo 14 luglio. Entro quella data i rosa dovranno avere quanto meno un organigramma tecnico: al momento c’è un direttore sportivo potenziale, Rino Foschi, non ancora sotto contratto; un allenatore Roberto Stellone, in procinto di rescindere il suo accordo, e un altro, Bruno Tedino che si è riservato di accettare. E all’orizzonte potrebbe esserci anche un altro ribaltone in panchina, con contatti già avviati per Marco Baroni”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Repubblica”.