Repubblica: “Il contagio. Virus, impennata a Messina «Ma l’infezione rallenta»”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’impennata del Coronavirus a Messina. 490 “ positivi” al coronavirus, in Sicilia, dall’inizio dei controlli (considerando anche i 26 guariti e i sei morti), rispetto ai 156 di una settimana fa. Ma il tasso di crescita giornaliero si mantiene intorno al 17 per cento ( superiore rispetto alla media nazionale del 14 per cento, ma non esponenziale), il tempo di raddoppio dei casi si è allungato ed è sceso il numero di infetti che ogni “ positivo” contagia. «Segno che le restrizioni e il distanziamento sociale stanno dando i loro frutti», spiegano infettivologi e statistici. A preoccupare sono realtà come Catania, che da sola rappresenta il 36 per cento dei casi siciliani, e Messina, dove i “positivi” sono quasi raddoppiati in 24 ore. Nulla a che vedere con l’esplosione della pandemia in Lombardia, però. Lo spiega Andrea Consiglio, professore di Matematica e delegato alla ricerca del dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche dell’università di Palermo, che insieme al suo team di ricercatori ha creato una pagina dell’ateneo che quotidianamente mette in rete le analisi sull’andamento dell’epidemia. «Il tasso di crescita giornaliero — dice — si mantiene nella media del 17,1 per cento, mentre fino al 12 marzo era intorno al 28,6 per cento». Un altro indicatore è il tempo di raddoppio dei casi: «Prima del 12 marzo i casi raddoppiavano ogni 2,7 giorni, adesso ogni 4,4 giorni». Il terzo fattore è il numero di persone contagiate da ogni positivo: «Dal 24 febbraio al 12 marzo calcoliamo che ogni contagiato abbia infettato in media due persone e mezzo, dopo siamo scesi a 1,8. Non perché il virus sia meno forte, ma perché siamo obbligati a stare a casa. Significa che l’epidemia si sta riducendo, ma non potremo allentare le misure di contenimento». La Sicilia è ancora lontana dagli scenari più cupi: il tasso di mortalità è dell’ 1,2 per cento, contro l’ 11 della Lombardia e quasi il 10 per cento dell’Emilia. Ma a mettere sotto pressione gli esperti del pool regionale è la curva dei ricoveri: sono 254, il 17,3 per cento in più in un giorno e il 51 per cento dei “positivi”. I ricoveri in Terapia intensiva sono a quota 48, il 10,4 per cento, contro una media italiana del 7,5. Ecco perché la Regione pensa a un raddoppio dei mille posti letto per Covid-19 inizialmente preventivati per affrontare lo scenario peggiore, contenuto in un rapporto riservato del ministero e dell’Istituto superiore di sanità, che parla di 2.500 ricoveri entro il 10 aprile.