L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla questione “Renzo Barbera” tra Comune e City Group.
Il Comune e il Palermo stanno dialogando per rivedere il canone sulla concessione dello stadio “Renzo Barbera”, fissato a circa 170mila euro nel 2020, quando la nuova società di Dario Mirri era in serie D, c’era la pandemia e una parte dell’impianto, come la torre Sud, era sotto sequestro. Ma dopo la denuncia di “Repubblica” sullo stadio che cade a pezzi, con il Comune che non è più grado di sostenere la manutenzione straordinaria e il club costretto ad anticipare le spese per non farlo chiudere, dall’amministrazione filtra un’apertura a investimenti privati: cioè sedersi a un tavolo per discutere con il City Group di una concessione pluriennale, che consenta al club di investire e godere dei frutti dell’impianto e alla città di avere uno stadio europeo e moderno per le competizioni internazionali.
La pandemia è superata da un pezzo e non ci sono più ragioni per tenere il canone dimezzato rispetto a quanto pagava il vecchio Palermo di Zamparini, una cifra 341mila euro che era stata quantificata in sede di rinnovo della concessione. In più, a luglio scorso, il Consiglio comunale ha dato un indirizzo politico ben preciso, approvando un ordine del giorno per chiedere alla giunta comunale di rivedere al rialzo un canone giudicato non adeguato. La notizia più importante è la disponibilità del Comune a trattare una proposta del club, che secondo quanto fa sapere l’amministrazione, ad oggi, non è mai arrivata ufficialmente.