“La seconda scadenza ieri ha raggiunto il mese di ritardo rispetto a quanto previsto. È stato spiegato che tutto è dipeso dai tempi tecnici di accertamenti finanziari che advisor, venditore e compratore pensavano potessero essere più veloci di quanto non stia accadendo. Poi si è parlato anche di divergenze sul valore finanziario da attribuire ai singoli asset dell’intera operazione, facendo presente che gli accordi prevedono la cessione della squadra di calcio da Zamparini a Baccaglini e l’ingresso come socio finanziatore dell’italoamericano nelle altre aziende del friulano. La banca londinese che ha fatto da advisor per l’operazione avrebbe dato il via libera all’operazione dando rassicurazioni al venditore sull’importo totale che mette sul piatto Baccaglini. Il nodo è definire quanto investire per ogni singolo asset. Una attribuzione del valore economico che sarebbe stata messa in crisi dalla retrocessione. E a questo proposito sorge un’altra delle perplessità: Baccaglini ha sempre parlato di un piano A in caso di salvezza e un piano B in caso di retrocessione. Il giorno della sua nomina a presidente il Palermo era terzultimo a sette punti dalla salvezza e le parti stavano già trattando in un contesto in cui la proprietà non era intervenuta a gennaio sul mercato e la serie B era più di un’ipotesi concreta.”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.