Repubblica: “Closing, le parti trattano ad oltranza. Lunedì Zamparini dirà se accetta o meno l’offerta di Baccaglini”
“La lunga attesa. Tifosi, addetti ai lavori, allenatori, giocatori e dirigenti. Tutti sospesi aspettando un sì che farebbe felici in molti e un no che rimetterebbe tutto in discussione a 13 giorni dalla scadenza dei termini per completare l’iscrizione al campionato. L’offerta da una settantina di milioni presentata da Paul Baccaglini a Maurizio Zamparini non è stata seguita dal sì che l’italo americano si aspettava. Per la verità non è arrivato nemmeno un no, ma la situazione diventa sempre più difficile con il passare delle ore. Zamparini avrebbe ritenuto quella presentata un’offerta al ribasso, non tanto per la cifra dell’intera operazione per il passaggio di proprietà del Palermo, quanto per la parte della somma che spetterebbe a lui al netto dei fondi destinati al ripianamento dei debiti. All’attuale proprietario del Palermo non piacerebbe ricevere lo stesso trattamento che ha riservato lui al momento dell’acquisto dei rosanero dalla società che faceva capo a Franco Sensi nel 2002 (la Sds, Servizi dello sport srl). In quella operazione da 15 milioni di euro complessivi Zamparini versò poco più di 5 milioni di euro, impegnandosi a fare fronte ai quasi 10 milioni di euro di debiti pregressi. La partita adesso è più grande e coinvolge molti più aspetti. E rispetto ad allora tira in ballo anche il futuro del Palermo che se dovesse rimanere ancora sospeso rischierebbe anche di cominciare la stagione con punti di penalizzazione. Fra le varie scadenze imposte dalla Lega di B per completare l’iscrizione ce n’è una che arriva prima del 30 giugno e riguarda il deposito del prospetto che contiene il rapporto fra il patrimonio netto contabile e l’attivo patrimoniale (questo valore, a beneficio degli esperti di economia, non deve scendere al di sotto di 0,14 unità di patrimonio netto contabile per ogni unità di attivo patrimoniale) determinato sulla base dei conti aggiornati alla relazione semestrale di gestione al 31 dicembre del 2016. Il termine è scaduto il 12 giugno, ma per le società retrocesse dalla A c’è tempo fino al 26 giugno. Nel caso in cui questi documenti non fossero depositati o non rispettassero i parametri scatterebbero in automatico i deferimenti della procura federale agli organi di giustizia sportiva, con la penalizzazione conseguente di un punto in classifica per ogni violazione. Il Palermo queste carte dovrebbe averle già pronte e in regola, ma resta il fatto che vanno consegnate in federazione entro i termini. Di adempimenti sulla strada dell’iscrizione al campionato che in caso di violazione portano al deferimento ce ne sono parecchi, anche oltre la scadenza del 30 giugno che fissa il termine per presentare formale richiesta di partecipazione alla serie B. Queste, però, sono tappe che vanno oltre quella principale che riguarda il passaggio di proprietà. Da questo dipende il modo in cui continuerà a esistere il Palermo. La sensazione è che Zamparini stia provando a valorizzare al massimo il prodotto che sta vendendo, ma il rischio in questo momento davvero molto alto è che possa saltare tutta l’operazione. Non solo il passaggio di proprietà della squadra di calcio da Zamparini alla YW & F Global Limited di Paul Baccaglini, ma anche i finanziamenti del fondo Integritas Capital destinati alle altre attività del Gruppo Zamparini. Una partita a carte in cui il compratore, e tutti i soci che ha alle spalle, a questo punto dell’operazione vuole capire se il suo avversario sta conducendo divertendosi a bluffare oppure se è davvero disposto a fare saltare tutto perché non ritiene all’altezza il valore che Baccaglini e il suo esercito in giacca e cravatta di tecnici, avvocati, banchieri e bancari ha attribuito all’Unione Sportiva Città di Palermo Spa. Zamparini ormai è a un bivio. Non ha alternative: il suo sì pronunciato adesso fa scattare il closing e mette in moto il nuovo Palermo; il suo no chiude definitivamente i giochi e fa saltare tutto. La risposta che era attesa ieri dovrà arrivare massimo lunedì. Nel frattempo toccherà ad avvocati e manager nei panni di mediatori cercare di smussare gli spigoli che stanno mettendo in pericolo l’operazione e tentare di fermare il processo che sta portando venditore e compratore a irrigidirsi sulle rispettive posizioni”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.