L’edizione odierna de “La Repubblica” non le manda a dire al City Group dopo la mancata qualificazione ai playoff del Palermo.
C’è chi dice che in viale del Fante si annunciano rivoluzioni (non tecniche perché Corini resta saldo al suo posto) che dovrebbero portare la società ad essere più Manchester centrica, ma il City Group ha il dovere di supportare la scalata verso la serie A che, ci è stato ripetuto, non era nel mirino quest’anno ma che certamente deve adesso esserlo nell’immediato. Magari mettendoci anche più impegno economico e soprattutto di cuore.
Perché è vero che il gruppo dello sceicco Mansour assicura al Palermo un futuro finanziariamente sereno, ma è doveroso che assicuri anche prospettive ambiziose degne di una piazza che ha peculiarità molto diverse rispetto alle altre sorelle del Manchester City. Una piazza che porta allo stadio 33mila persone, che batte record di presenze e che ha bisogno di calore e partecipazione da parte delle proprietà. Una piazza dove non basta mandare una fredda mail di incoraggiamento alla vigilia di una gara difficile come quella che Marwood ha inviato a Corini, nemmeno si trattasse di una pec con il bilancio di un’azienda.