“Aveva già le valigie pronte Ivaylo Chochev. La Spal gli proponeva anche di rimanere in serie A. Poi sulla panchina del Palermo è arrivato Bruno Tedino, un allenatore che il patron Zamparini ha definito un database ambulante del calcio, e tutto è cambiato. Il nuovo tecnico rosanero ha deciso che nel suo Palermo uno come Chochev ci doveva essere per forza. All’inizio i tifosi lo hanno preso per pazzo, ma adesso i fatti gli stanno dando ragione. A Cremona ha segnato il gol decisivo. A Pescara quello dell’1-1 e un altro, che il Var in A gli avrebbe dato, gli è stato annullato. In quattordici giornate di campionato è rimasto fuori solamente tre volte, due perché era impegnato con la sua nazionale. E proprio alla Bulgaria il Palermo ha chiesto di non convocarlo vista la sua importanza per gli equilibri di Tedino. «Recuperare dopo un’annata come quella della scorsa stagione non era facile – ha detto l’allenatore a proposito di Chochev – è un calciatore che ancora non ha compreso tutta la sua forza, ha avuto delle insicurezze soprattutto a causa delle retrocessione che però è riuscito a superare. Lo porterei con me ovunque perché ha delle qualità importanti, ancora inespresse. È molto bravo negli inserimenti, ha fatto diversi assist e ha anche segnato, in questo momento è un giocatore che faccio fatica a non schierare perché è davvero importante». Chochev è un diesel. All’inizio non mette in mostra le sue qualità. Però chiunque lo abbia allenato ha sempre puntato su di lui. Diego Lopez lo ha addirittura sponsorizzato subito dopo la retrocessione («ripartirei da lui», ha detto a fine campionato). E anche la sua carriera è iniziata a scartamento ridotto. Fino a 15 anni giocava a calcio per hobby, il suo sport infatti era il basket. Per la verità il suo approccio a Palermo è stato in controtendenza rispetto alle altre esperienze. Il suo impatto positivo ha convinto il club a non rinnovare il contratto al capitano Barreto: stesso rendimento e ingaggio più basso. Poi non è riuscito a esprimersi agli stessi livelli: forse perché ogni volta che un allenatore si è seduto sulla panchina più traballante d’Italia per lui significava ricominciare tutto da capo. Il difetto che gli attribuiscono di più i tifosi è quello che forse lui definisce come il suo miglior pregio: la pacatezza che a volte sembra indolenza. Lui è tutto il contrario dello stereotipo del calciatore; non ha scaramanzie, perché non è superstizioso, e va spesso in chiesa. L’opposto di Hristo Stoichkov, il pallone d’oro bulgaro che lo ha aiutato a crescere e gli ha consigliato di accettare la corte del Palermo.”. Questo quanto riportato dall’edizione de “La Repubblica”.