“Cessione, un dubbio in più e si riaffaccia l’incubo crac.”

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha deciso di riportare le ultime notizie legate all’inchiesta della Procura di Caltanissetta nei confronti di Maurizio Zamparini. Si tratta di atti che potrebbero condizionare anche la cessione del club rosanero da parte dell’imprenditore friulano. Ecco quanto si legge: “Paura. Questo è il sentimento che hanno in comune Maurizio Zamparini, patron del Palermo, e i tifosi rosanero. Il patron teme che possa sfumare la cessione del club, quella che il suo advisor Maurizio Belli ha annunciato, senza diradare le nebbie sull’identità del compratore e sulla sua forza economica.  «È una strana coincidenza — dice Zamparini al telefono da Londra — che a un passo dal closing, anzi — si corregge — a closing fatto, vengano fuori queste notizie. Ma trovo ancora più strano il risalto che si dà a queste notizie. Il collegio era formato da tre giudici, non solo da Sidoti. E un solo giudice sarebbe riuscito a pilotare un fallimento? Da cittadino italiano trovo strana tutta questa vicenda: si vanno ad analizzare i rapporti fra un giudice e un professionista e non si indaga mai sui rapporti fra pm e altre persone che si lasciano scappare le notizie. Spero che gli inglesi capiscano la situazione». Già, perché la preoccupazione più grande di Zamparini e parallelamente dei sostenitori che tifano per la cessione del club è che il misterioso acquirente, un gruppo di investitori che ha sede legale a Londra, possa fare un passo indietro facendo saltare la trattativa. «Speriamo che la Consob inglese che sta effettuando le ultime verifiche — dice Zamparini — capisca che è tutta una campagna mediatica. Entro domani chiudo l’affare. Spero che non ci siano sorprese. Questo è un tentativo di non far andare in porto il closing. Mi dispiace per Giovanni Giammarva, al quale ho mandato un messaggio di solidarietà. Ha sempre operato nella massima correttezza e non si merita tutto questo. Parlare di fallimento pilotato è folle. Il tribunale poteva fare appello quando è stata respinta l’istanza e non lo ha fatto. E adesso torna alla carica?». Ma l’ufficio legale del Palermo deve fare i conti anche con un altro rischio, quello che la procura possa presentare una nuova istanza di fallimento alla luce degli ultimi sviluppi. E questa iniziativa sarebbe allo studio, partendo proprio da una ricognizione sulla situazione finanziaria attuale del club, tenendo in considerazione la vicenda sulla compravendita del marchio alla società riconducibile a Zamparini, la Alyssa, e cercando di capire perché il bilancio della società al 30 giugno 2018, secondo il club già approvato, non è stato ancora depositato dalla società alla Camera di commercio. In una nota diramata dall’avvocato Antonino Gattuso e approvata anche dalla presidente del consiglio di amministrazione rosanero Daniela De Angeli, il club prende atto «dell’ennesima iniziativa d’indagine che coincide con il delicato momento che riguarda la cessione della proprietà. Anche in questa occasione abbiamo collaborato con gli organi inquirenti, pur dissentendo sui dubbi investigativi sollevati dalla procura. Il Palermo era ed è una società solida: nonostante il sequestro di oltre 1,2 milioni di euro nel momento dell’iscrizione al campionato, è riuscito a fare fronte agli impegni economici e finanziari, allestendo una squadra che sta svolgendo un ruolo da protagonista in campionato». Sull’eventuale presentazione di una nuova istanza di fallimento la procura mantiene il più stretto riserbo, ma è sicuro che le perquisizioni e gli avvisi di garanzia dei colleghi di Caltanissetta saranno oggetto di attente valutazioni. Anche perché a Palermo deve essere ancora definita l’inchiesta penale che riguarda Maurizio Zamparini, il figlio Diego, l’ex presidente Giammarva e altri sei fra professionisti e consulenti. I sostituti procuratori Andrea Fusco, Francesca Dessì e Dario Scaletta, coordinati dall’aggiunto Salvatore De Luca, contestano a vario titolo i reati di falso in bilancio e false comunicazioni sociali. Un procedimento per cui la procura ha chiesto gli arresti domiciliari per l’imprenditore friulano. Misura cautelare prima rigettata dal gip, poi accolta dal Riesame e su cui pende il pronunciamento della Cassazione. Gli ultimi sviluppi potrebbero accelerare la definizione dell’inchiesta con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini e la successiva eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Si tratta di atti che potrebbero condizionare anche la cessione del club”.