Repubblica: “C’eravamo tanto amati, Catania e Pelligra ai ferri corti”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul caos in casa Catania e su Pelligra ai ferri corti con l’ambiente.
Non c’è certezza sulla sorte della corsa contro il tempo del Catania per depositare le garanzie a salvaguardia del tesseramento dei 10 nuovi acquisti. Dopo migliori verifiche in Lega, si è appreso che l’orario limite per l’adempimento era quello delle 23:59 di ieri e non le 17. Così l’epilogo della vicenda che ha tenuto i tifosi del Catania con il fiato sospeso è arrivato nella notte. Nella sede del club rossazzurro si è continuato a lavorare in linea con l’orario di scadenza nella speranza di arrivare in tempo utile.
Indipendentemente dall’esito, però, non si può non sottolineare come la gestione della pratica desti più di una perplessità sulla condotta del patron Pelligra, da tempo al corrente della complessità dell’adempimento, ma lento e poco chiaro nell’operatività, fino al punto da rimettere in discussione un lavoro di oltre due mesi, con il rischio di vanificare il tesseramento dei 10 nuovi acquisti estivi: Adamonis, Tirelli, Ierardi, Di Gennaro, Anastasio, Verna, Di Tacchio, Carpani, Luperini e D’Andrea.
Erano due le opzioni per mettersi in regola: la fideiussione integrativa o l’escrow account, necessari per coprire il 40% della somma eccedente 1 milione di euro di monte ingaggi tra calciatori, staff e dirigenti.
Nelle ultime ore si erano rincorsi gli appelli della tifoseria al patron per far chiarezza, così come da parte delle istituzioni politiche regionali. Ma Pelligra non ha inteso rilasciare dichiarazioni, salvo fare filtrare segnali di conferma sugli impegni assunti con il Catania 2022 per il rilancio del calcio a Catania.
Oggi la realtà stride con i proclami roboanti di due anni fa. Il Catania ancora non ha un centro sportivo e si allena su un campo di misure non regolamentari, senza considerare la sensibile riduzione del budget, del 40%, stanziato a maggio. Adesso la patata bollente passa a Grella e Faggiano, chiamati a ridisegnare il progetto tecnico dovendo fare delle rinunce. In primis, il difensore Alessio Castellini, richiesto dal Venezia.
Sia i dirigenti che il tecnico Toscano non nascondono il loro malcontento per la situazione innescata dal modo di fare del patron: loro ci hanno messo la faccia per costruire un Catania da vertice, ricevendo da Pelligra rassicurazioni sull’assunzione di impegni finanziari di una certa entità, salvo poi vederli drasticamente ridimensionati. E dire che Toscano e Faggiano avevano rinunciato a ingaggi di club di Serie B pur di sposare il progetto rossazzurro.
In via cautelativa, la dirigenza da giorni lavorava sull’ipotesi di dover rinegoziare i contratti dei neoacquisti, e pare che tutti abbiano mostrato disponibilità a rimanere ugualmente a Catania, e se tali propositi si traducessero in tesseramento, Toscano scongiurerebbe il rischio di dover ricostruire la squadra ex novo, a poco più di due settimane dal via del campionato.
Resterebbero comunque aperti altri temi: la necessità di liberarsi dei calciatori in esubero ancora sotto contratto, per alleggerire il monte ingaggi, e l’esigenza di completare l’organico con l’ufficializzazione degli esterni, l’acquisizione di un difensore centrale e, soprattutto, di almeno due innesti di peso in attacco, il reparto al momento più sguarnito.
A prescindere dal discorso tecnico, quello che sembra venire meno è il rapporto tra Catania e Pelligra, con una tifoseria disorientata da quanto accaduto in questi ultimi giorni.