Repubblica: “Catania. «Io, medico sul fronte virus col solito incubo, l’ho preso?»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Raffaele Lanteri, 52 anni, chirurgo al Policlinico di Catania ma anche marito e padre.
«Abbiamo ricominciato a vivere distanti dai nostri figli, lontani dai nostri partner — dice — si torna a casa e si evita di dormire nello stesso letto, ci sono quegli sguardi di complicità in cui si capisce che siamo tornati in trincea e che siamo soldati semplici in una guerra in cui non possiamo permetterci di mantenere i rapporti umani. Sono scomparsi gli abbracci, sono sparite le cene, tanti colleghi hanno avuto disdette da personale di servizio e baby sitter».
«Mi alzo la mattina, mi vesto e me ne vado a lavorare con la consapevolezza che quello è il mio dovere. Non è niente di eroico, è il lavoro di tutti i giorni, siamo come i soldati che vanno in guerra contro un nemico invisibile che ci può colpire da tutte le parti. Uso tutti gli accorgimenti per non contagiarmi, ma non posso avere la certezza matematica».