SERIE A

Repubblica: “Caso Ultrà. Mazze, coltelli e tirapugni l’arsenale a casa di Emis Killa”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’inchiesta che coinvolge gli ultrà di Inter e Milan.

Nel corso del maxi blitz della Polizia di Stato che ha portato all’arresto di 19 persone coinvolte nelle attività criminali legate alle curve di Inter e Milan, è stata perquisita anche la casa del rapper Emis Killa, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli. Nonostante non sia indagato, la perquisizione ha rivelato la presenza di un pacchetto di banconote per un totale di quasi 40mila euro, sette coltelli, tre tirapugni, uno sfollagente telescopico e un taser. Il materiale trovato potrebbe presto diventare oggetto di approfondimento da parte della Procura.

L’operazione ha interessato non solo Emis Killa, ma anche altri esponenti legati alla Curva Sud milanista. Nella casa di Islam “Alex Cologno” Hagag, braccio destro del leader della Curva Sud Luca Lucci, è stato trovato un passamontagna, mentre in quella di Riccardo Bonissi sono stati sequestrati un manganello e una mazza da baseball. Altri sequestri simili sono stati effettuati presso l’ex pugile Franco Terlizzi, vicino al clan ’ndrangheta dei Flachi, e Aldo Russo, cognato di Paolo Maldini.

Emis Killa è emerso nell’inchiesta per i suoi rapporti con Luca Lucci, leader indiscusso della Curva Sud. Secondo il gip Domenico Santoro, Lucci avrebbe sfruttato i suoi legami con artisti di spicco della scena musicale italiana, tra cui Fedez, Lazza, Guè Pequeno e lo stesso Emis Killa, per avviare attività imprenditoriali nel settore dei concerti, sia in Italia che all’estero. L’inchiesta fa riferimento anche a un’aggressione avvenuta l’11 aprile 2023 fuori da San Siro, in cui Emis Killa è stato identificato come uno dei partecipanti all’attacco di uno steward, fermato solo dall’intervento della Digos.

Il rapporto tra Emis Killa e Lucci va oltre la semplice frequentazione: il rapper è una presenza fissa all’Italian Drink, il bar di Cologno Monzese dove si sono svolti gli incontri tra gli ultrà milanisti e interisti per mantenere il “patto di non belligeranza” tra le curve. Emis Killa ha anche una partecipazione nel franchising di tatuaggi Italian Ink, un’altra attività di Lucci, e nell’attività di Fabiano Capuzzo, un altro ultrà milanista.

L’inchiesta getta nuova luce sui legami tra la criminalità organizzata e il mondo degli ultrà, mettendo in evidenza la stretta connessione tra tifo violento e business illegali, in cui anche figure pubbliche come Emis Killa sembrano avere un ruolo centrale.

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Redazione Ilovepalermocalcio