“Frank Cascio prepara l’assalto al Palermo, ma sembra aver deciso di farlo in silenzio. Da almeno quattro giorni, i dirigenti rosanero in contatto con l’imprenditore italo americano, non hanno più notizia di Cascio che all’inizio della prossima settimana dovrebbe presentare l’offerta di acquisto scritta. La nuova società di Cascio, però, potrebbe non essere soltanto “Made di Usa”. Anzi, a dare retta alle notizie che filtrano, l’ex assistente di Michael Jackson avrebbe iniziato una serie di colloqui con alcuni imprenditori del palermitano offrendo loro quote della futura società rosanero. Tra questi, Cascio avrebbe contattato anche Giaconia e Lucchese che operano nel settore dei supermercati e della grande distribuzione. A loro sarebbe stato offerto il venti per cento del Palermo. Una notizia che, se confermata, potrebbe significare che Cascio vuole coinvolgere imprenditori siciliani, ma anche che i suoi soci americani non sono interessati al cento per cento della società di Maurizio Zamparini. Comunque sia, nella prossima settimana si avranno le idee più chiare sulle strategie dell’imprenditore originario di Castelbuono che presenterà l’offerta scritta per l’acquisizione del Palermo per una cifra che dovrebbe aggirarsi sui quaranta milioni. Ma questi sono giorni importanti anche per l’altra cordata che vuole acquistare il Palermo. Quella, per intenderci, cinese. Proprio in Cina, gli imprenditori interessati alla società rosanero, hanno intensificato i colloqui e le riunioni che sono propedeutici alla presentazione dell’offerta per l’acquisizione del club di viale del Fante. Anche in questo caso si tratta di un’attività preparatoria all’inizio della trattativa vera e propria che dovrebbe partire entro la prima metà di settembre quando una delegazione cinese arriverà in Italia per incontrare Maurizio Zamparini e i suoi più stretti collaboratori e iniziare a entrare nel dettaglio dell’operazione. Un’operazione della quale però si conoscono alcuni dettagli come quelli che dovrebbero consentire a Zamparini di restare in società con il venti per cento delle azioni e la carica di presidente onorario. Un ruolo non operativo e che dovrebbe solo consentire di fare da guida ai nuovi dirigenti nei primi tempi della loro nuova esperienza.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.