L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla tragica scomparsa di Gabriele Conigliaro, 12enne schiacciato da una porta di calcetto.
La morte del piccolo è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza della cappella all’interno del parco comunale. Ad oggi non ci sono indagati per la morte di Gabriele. Il parco era chiuso al pubblico e durante il pomeriggio non è previsto il custode.
«Purtroppo c’erano diversi buchi nella rete da cui i ragazzi entravano per giocare», dice il comandante della compagnia di Carini. «L’autorità giudiziaria ha deciso di non eseguire l’autopsia e la salma è stata riconsegnata ai familiari».
Giuseppina Pagano, mamma di un ragazzo spiega: «Questa tragedia si poteva evitare se ci fosse stata un po’ più di attenzione ai bisogni dei ragazzi. A Carini non c’è altro posto dove poter giocare a pallone per chi non può permettersi di pagare per far fare sport ai figli. Non ci sono strutture comunali e quest’unica non è mai stata aperta. Perché il cancello non era chiuso e la catena lenta permetteva ai ragazzi di infilarsi al centro? Perché non c’era un custode? Perché solo una delle porte da calcetto era fissata al terreno?».