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Repubblica: “Caos Serie A. Le partite di domani in bilico possono slittare a lunedì. Le ultime”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulle gare di serie A sempre più in bilico a causa del covid.

Il braccio di ferro è iniziato con una telefonata. Quando il premier Mario Draghi ha chiamato il numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina, per metterlo di fronte al bivio più difficile: bisogna chiudere gli stadi, fatelo voi altrimenti dovremo farlo noi.
Per non fermare il campionato, ipotesi che renderebbe impossibile riprogrammare tutte le partite, con un calendario già stressatissimo, bisogna svuotare gli impianti. Finirà per disporlo il governo, obbligando a un limite massimo di 5 mila presenze: l’immagine di tifosi senza mascherina, che non rispettano il distanziamento, mentre gli ospedali non sanno dove ricoverare i malati, infastidisce non poco. E mercoledì è in programma la Supercoppa tra Inter e Juventus, che promette di portare a San Siro circa 35 mila persone: il veicolo migliore per far circolare sugli schermi di tutta Europa un’immagine sbagliata dell’Italia.

Tutto ciò ha imposto la nuova stretta. Ma quando il presidente Dal Pino ha riferito la questione ieri all’assemblea di Lega, gli animi si sono incendiati. «Siamo il settore che ha ricevuto meno ristori e ora vogliono toglierci anche i soldi degli stadi?», diceva qualcuno. Addirittura, tra le medio-piccole del campionato inizia a serpeggiare un’idea: «A questo punto è meglio fermare il campionato, per non perdere il pubblico». In realtà, una pessima idea: perché da contratto, se fosse la Lega stessa a decidere lo stop, e senza poter già riprogrammare in data certa le partite, si rischierebbe di perdere una rata dei soldi delle tv, Dazn e Sky. Altro che gli incassi dei biglietti. Ma in un momento storico in cui al cinema e a teatro si entra con mascherina e green pass, la stessa formula non può non valere anche per gli stadi, sostengono i club. Semmai, è necessario trovare il modo di farla rispettare.

L’altro fronte aperto è contro le determinazioni delle Asl, che hanno impedito a Bologna, Torino, Udinese e Salernitana di giocare giovedì. Ieri la Lega ha depositato il primo ricorso contro una Asl: al Tar di Salerno, chiedendo l’annullamento del provvedimento con cui aveva di fatto messo in quarantena la squadra, o almeno del divieto di “partecipare a eventi sportivi ufficiali”. Il primo, non sarà l’ultimo: i prossimi saranno contro l’Asl Friuli, l’Ausl di Bologna e l’Asl di Torino per quei provvedimenti che “impediscono il regolare svolgimento del campionato con gravissimi danni”. In assemblea il tema è tornato in discussione.

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Redazione Ilovepalermocalcio