L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su quello che riguarda la Lega Serie A e il calcio in crisi.
Dalla Lega Nord alla Lega calcio. Il mondo del pallone in crisi di liquidità e di idee ha deciso di chiedere aiuto alla politica. E per questo dal mondo politico sta pensando di attingere per il prossimo presidente della Lega Serie A. Un nome già circola con una certa insistenza tra i club del campionato: quello di Roberto Maroni. Sessantasei anni, ex presidente della regione Lombardia, due volte ministro dell’Interno, Maroni è il candidato su cui lavorano, sottotraccia, soprattutto le big: il suo amico Paolo Scaroni, presidente del Milan di cui l’ex segretario della Lega è dichiaratamente tifoso, la Juventus e soprattutto l’Inter di Beppe Marotta. Marotta e Maroni infatti si conoscono da quando, adolescenti, frequentavano il liceo classico Ernesto Cairoli di Varese, la città natale di entrambi.
Oggi si riunirà la prima assemblea elettiva della Lega Serie A, ma non sarà il giorno della scelta: i presidenti la useranno per identificare un profilo su cui poi ritagliare i nomi di possibili candidati.
In realtà, dietro alle dichiarazione di facciata, al cosiddetto “profilo condiviso”, si sta già cercando di radunare un consenso intorno al nome dell’ex segretario della Lega, più vicino a Giorgetti che a Salvini: una condizione che lo rende l’interlocutore perfetto per sedersi al tavolo con il governo. Indispensabile, ora che il calcio ha deciso di chiedere alla politica ristori che vadano ben oltre il rinvio dei pagamenti Irpef: prioritario nelle idee dei presidenti è sbloccare la riapertura degli stadi almeno al 75% della capienza, con la prospettiva di arrivare al 100% in primavera. Ma i club di calcio ritengono indispensabile superare le resistenze sulle sponsorizzazioni da parte delle società di scommesse: l’ultimo tentativo si è infranto, un paio di settimane fa, sull’opposizione delle organizzazioni cattoliche invitate dalla sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali al tavolo con i rappresentanti di calcio e basket. Al voto di oggi, la carta Maroni verrà tenuta comunque coperta dal gruppo delle big, per evitare agguati interni.
Il presidente laziale Lotito infatti ha altre idee e cerca appoggi politici per la candidatura del segretario generale della Siae, Gaetano Blandini. Ma non ha escluso di candidare il proprietario dell’Atalanta Antonio Percassi, anche a costo di modificare lo statuto, visto che azionisti o dirigenti delle squadre del campionato sono incompatibili col ruolo di presidente. In ogni caso, nelle prime due chiamate, il presidente si elegge con la maggioranza qualificata di 14 voti su 20. Dalla terza ne bastano 11, ossia la maggioranza semplice: un traguardo più ragionevole per imporre un candidato “politico” in una Lega spaccata a metà.