L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul blocco realizzativo di Matteo Brunori.
Matteo Brunori segna e il Palermo quasi sempre vince, Matteo Brunori resta a secco e allora i rosanero non solo non raccolgono punti, ma nemmeno riescono a depositare il pallone in fondo alla rete, perché a livello realizzativo, alle spalle del numero 9, c’è poco o nulla. E su quelle spalle, finora, si è appoggiato tutto il Palermo, perché l’italo-brasiliano è
l’autentico trascinatore della squadra con 6 gol su 14 totali e 3 assist. Nel momento più critico, quindi, se si inceppa anche Brunori ne risente tutta la squadra che da lui finora ha dipeso. E con i due rigori sbagliati di fila dal capitano si è vista tutta la fragilità emotiva di un gruppo che sembrava aver trovato la via maestra e che invece si è smarrita contro due concorrenti nella otta per non retrocedere.
Appesi a Brunori. Lo dicono i numeri: Brunori ha messoo zampino in due terzi delle reti del Palermo in campionato, a cui si aggiunge pure una tripletta nel primo turno di Coppa Italia contro la Reggiana, che lo proietta come l’autore di più della metà dei gol stagionali dei rosa.
Il 9, che in una stagione e mezzo, con la doppietta contro il Cosenza, è entrato nella top ten dei marcatori rosanero di tutti i tempi, è anche il giocatore della serie B, che ha concluso di più verso la porta avversaria: 43 tiri, tre a partita, 4 in più del capocannoniere Cheddira, che Brunori avrebbe potuto tallonare da vicino se avesse trasformato i due rigori contro Cosenza e Venezia. Un segnale di grande voglia e vitalità, per un attaccante che nelle partite più buie dei rosanero è stato spesso costretto a sfidare da solo la difesa avversaria con pochi palloni giocabili o assist sporchi.