“A caccia di talenti. Bruno Conti, oggi dirigente del settore giovanile della Roma, ha fatto visita alla scuola calcio dell’ex centrocampista rosanero Giacomo Tedesco gemellata con il club di Pallotta nell’ambito del progetto Roma Academy. Bruno Conti, all’Olimpico va in scena Roma-Palermo.
In che condizioni sono i giallorossi dopo la rimonta subita in Europa League? «Al di là della rimonta da 3-1 a 3-3 in casa, non è un periodo difficile per la Roma. Chiaramente quando ti capita di pareggiare in due minuti una partita che era già vinta è come se prendessi delle mazzate. Il Palermo ha la difficoltà di una squadra che deve lottare per salvarsi e per questo sarà una partita molto difficile. Detto ciò dopo le vittorie con Inter e Napoli, la Roma è una squadra in salute».
C’è un giocatore sul quale il Palermo deve puntare più di tutti per guidare la squadra alla salvezza? «De Zerbi deve puntare sul suo collettivo più che su un singolo. C’è Diamanti, tutti conosciamo il suo valore e ha fatto sempre grandi cose, ma è con l’insieme della squadra che il Palermo può creare problemi alle sue avversarie».
Per un allenatore che deve preparare questa partita, il fatto che la Roma subisca spesso delle rimonte può essere un punto su cui insistere? «Spalletti non a caso dice sempre che bisogna rimanere concentrati fino alla fine. Non si deve pensare che quella contro il Palermo sia una partita facile. I rosanero cercheranno di andare a Roma per cercare di portare via un risultato positivo. Ogni allenatore vede giocare gli avversari, studia le partite. Noi abbiamo giocatori pericolosi come Salah o Dzeko e tutti gli allenatori studiano il modo per provare a limitarli anche attraverso software che calcolano tutte le statistiche».
De Zerbi si augura di non vedere Totti in campo, perché dice che è il miglior giocatore italiano degli ultimi venti anni. Giocherà? «Totti è un fenomeno, ha giocato tutta la partita in Europa League, difficilmente giocherà dall’inizio. La Roma ha ottimi giocatori, lui è un grande professionista che tecnicamente e fisicamente fa sempre grandi cose. Si è visto in Coppa come ha mandato facilmente in porta i suoi compagni».
C’è un episodio che la lega a Palermo o al Palermo? «Sono stato vicino a questa società quando Sensi ha preso i rosanero e si pensava di creare un grande polo per lavorare insieme e lanciare giocatori, ma poi il progetto è naufragato quando Sensi ha venduto a Zamparini. C’era Ezio Sella, che ha allenato nel nostro settore giovanile, poi qui è passato anche Simone Pepe che era cresciuto da noi. Ci sono stati tanti legami e per questo mi auguro sempre che il Palermo possa rimanere in A e dare soddisfazioni ai suoi grandi tifosi. Sensi ci credeva veramente, pensavamo di fare una cosa grande anche con l’aiuto di Giorgio Perinetti. Poi ci sono state tante vicissitudini ed è finita come sapete».
La Sicilia continua ad essere una fucina di talenti come quando alla Roma avete preso i vari D’Agostino e Di Mariano? «Direi proprio di sì e secondo me è importante che una società professionistica come il Palermo non deve fare andare via questi ragazzi. L’ultimo è Marco Tumminello, era un tesserato rosanero e alla fine è venuto a Roma»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.