L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sullo scontro tra Miccichè e Musumeci in merito allo stretto di Messina.
Il braccio di ferro alla fine si è consumato sullo Stretto di Messina, con un’ordinanza del governatore Nello Musumeci, che ha dato il libero accesso ai traghetti anche con Green Pass da tampone, in contrasto con le direttive che arrivano invece dal governo Draghi in materia di Super Green Pass. L’ultimatum a Roberto Speranza era arrivato a inizio settimana: « Intervenga – aveva scritto Musumeci in una lettera appello – o lo faremo in autonomia » . Ma dal ministero, il governatore sempre più isolato non ha ricevuto altro se non silenzio.
Il sindaco dimissionario di Messina, Cateno De Luca, lancia dalla rada San Francesco degli imbarcaderi per Villa San Giovanni la sua corsa verso Palazzo d’Orleans, mentre continua il suo presidio in segno di protesta contro l’obbligo di Green Pass rinforzato sui traghetti. Musumeci, dal canto suo, replica a distanza siglando l’ordinanza della discordia. «Voglio sperare – ha detto Musumeci – che anche il collega Occhiuto della Calabria, al quale ho preannunciato la mia iniziativa, intenda adottare lo stesso provvedimento. Roma deve smetterla di apparire arrogante o distratta verso i diritti dei siciliani ». Un riferimento, quello al governatore della Calabria, arrivato dopo la gaffe del giorno precedente, quando Occhiuto aveva saputo della lettera a Speranza soltanto dai giornali e anche per questa ragione non era intervenuto sul dibattito attorno ai disagi che si registrano sullo Stretto.
Anche questa volta il tentativo di fare rete attorno a un problema comune non è andato a buon fine: la comunicazione a Occhiuto, infatti, è arrivata soltanto con un messaggio e il presidente calabrese non ha nascosto l’irritazione: « Musumeci – ha tagliato corto Occhiuto dopo aver letto l’ordinanza – mi ha mandato solo un Whatsapp».