L’edizione odierna de “La Repubblica” scrive dell’operazione della Guardia di Finanza di ieri che ha portato all’arresto di alcune persone per la vendita di biglietti falsi per le partita del Palermo: “Il tifo per i rosanero non aveva età per i nove arrestati e i 26 indagati per la truffa dei biglietti falsi allo stadio Barbera. Gli arrestati dalla Guardia di finanza emettevano e vendevano biglietti intestati a persone morte e persino a tifosi che dovevano ancora nascere. I finanzieri del nucleo tributario di Palermo nel blitz di ieri all’alba hanno azzerato due organizzazioni che per tre anni, dal 2015 ad oggi, hanno truffato il club di via del Fante e lo Stato con biglietti falsi. Un raggiro da almeno 100 mila euro con oltre quattro mila tagliandi fasulli intestati a ragazzini sotto i quattordici anni e anziani sopra i 65 anni di età ( entrambe le fasce d’età prevedono uno sconto del 50 per cento sul tagliando) che venivano venduti dai bagarini e da un capo ultras a chi non aveva titolo per la riduzione. Biglietti emessi da tabaccai e ricevitorie autorizzate che inventavano nomi e date di nascita, intestando i tagliandi a persone inesistenti o ignare di andare a vedere il Palermo. Le due organizzazioni non controllavano nemmeno le date di nascita dei biglietti falsi, come nel caso di quello intestato a Rosalia Lo Verso che era allo stadio l’8 aprile 2016 a vedere la partita Palermo- Lazio, ma, secondo la data del tagliando, sarebbe nata il giorno successivo. O come nel caso di Antonio Picone, classe 1943, anche lui presente in curva con gli ultrà per la sfida del “Barbera” tra Palermo e Milan del 6 novembre 2016, ma per l’anagrafe era morto cinque anni prima. La truffa andava avanti da tempo ed era diventata un sistema rodato. I militari del nucleo di polizia economico- finanziaria della Guardia di finanza guidati dal colonnello Francesco Mazzotta hanno scoperto che nelle stagioni 2015-16, 2016-17 e in parte quest’anno, il sessanta per cento dei biglietti ridotti emessi per gli incontri di campionato era intestato a soggetti inesistenti. Le indagini sono state coordinate dai sostituti procuratori Francesca Dessì, Andrea Fusco e dall’aggiunto Claudio Corselli che contestano a vario titolo ai nove arrestati e ai 26 indagati i reati di associazione a delinque finalizzata alla truffa e all’accesso abusivo a sistemi informatici. Gli arrestati sono il capo ultrà della curva nord inferiore Pasquale Minardi, il suo braccio destro Vincenzo Gulizzi, Michele Fiaschetto che gestiva la rivendita di biglietti di Termini Imerese, Dario e Martina Randazzo figli della titolare e gestori della rivendita di viale Piemonte a Palermo, Vito D’Angelo, Andrea Pellicano, Antonino D’Angelo, Massimo Falcone tutti bagarini allo stadio “ Barbera”. A una decima indagata, Graziella Grisafi, è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per la procura sarebbe la donna che si occupava della “ logistica” e della distribuzione dei tagliandi falsi. « Con la loro attività criminale – sottolinea il colonnello Francesco Mazzotta – i due gruppi hanno aggirato le norme poste a tutela della sicurezza degli stadi oltre a truffare lo Stato e il Palermo Calcio». In più di un caso infatti i finanzieri hanno accertato che con i biglietti “taroccati” sono entrati al “Barbera” tifosi colpiti da Daspo e da altri provvedimenti dell’autorità giudiziaria che non avrebbero nemmeno potuto avvicinarsi all’impianto. Le indagini sono iniziate quasi per caso, dopo alcuni controlli e sono proseguite per più di un anno. Nel mirino della Guardia di finanza sono finite altre dieci ricevitorie a Palermo che hanno emesso tagliandi falsi, ma in misura minore, tant’è che i titolari sono soltanto indagati a piede libero“.