Repubblica: “Bersaglio Balotelli: «È nero, lavora per schiarirsi ma ha difficoltà». Frase shock di Cellino sul suo giocatore”

Nella giornata di ieri si è tenuta l’Assemblea della Lega di Serie A. La giornata ha visto protagonista il presidente del Brescia Massimo Cellino. Il numero uno delle “Rondinelle”, appena entrato in Lega ha parlato di Balotelli. «Che succede con Mario?», gli hanno chiesto. La risposta è stata: «Che è nero. Sta lavorando per schiarirsi ma ha delle difficoltà». Quella di Cellino voleva essere una battuta ironica, ma non ha fatto ridere nessuno. Anzi. La frase non è passata certo inosservata e dopo Taveccchio che, cinque anni fa, parlò di “banane” e lo scivolone di Lotito, soltanto qualche mese fa, sulla «pelle bianca, normale», tocca a Celllino. I vertici del calcio italiano non danno un buon esempio. La Procura della Federcalcio, scrive l’edizione odierna di “Repubblica”, sta studiando il filmato che immortala quelle parole per decidere se aprire un fascicolo e verificare l’eventuale violazione dell’articolo 28 del Codice di giustizia sportiva sui comportamenti discriminatori, trattandosi di un momento pubblico per giunta nella sala conferenze della Lega di Serie A. Il tribunale social invece ha già emesso la propria condanna: “Razzista”, è l’aggettivo appiccicato a Cellino. Inevitabile che il video arrivasse anche allo stesso Balotelli, che in quell’universo mediatico vive e si sa muovere perfettamente. Dicono l’abbia presa male, malissimo, visto che sul tema Mario non accetta si scherzi. Il rischio è che l’episodio acuisca la frattura tra lui e la squadra della sua città, rafforzando ulteriormente l’ipotesi del divorzio a gennaio , a questo punto quasi inevitabile: il Galatasaray insiste per averlo. Cellino, di ritorno a Brescia, contattato da “Repubblica”, ha cercato di fare chiarezza sulla frase: «Quella frase è stata una battuta infelice, ma volevo dire un’altra cosa: dicendo che si sta sbiancando, volevo dire che si sta cercando di evitare la sua continua sovraesposizione e far sì che sia considerato come tutti gli altri. Ero appena entrato in Lega e mi avevano accolto con un plico sull’ennesima iniziativa contro il razzismo, volevano Mario come testimonial, si parlava di razzismo e volevo sdrammatizzare. È stata infelice, ma era una battuta, poi si è cercato di indirizzarla per farmi passare da razzista. Io non sono razzista, non posso essere strumentalizzato, non voglio mancare di rispetto a un essere umano. Mi fa soffrire. Io so cos’è il razzismo perché l’ho subito dovunque, come sardo: prima venivo da un’isola, poi non ero americano, poi ero italiano». Giura di non aver sentito Balotelli dopo quella frase. Avevano parlato a lungo invece dopo la rabbia manifestata per gli ululati razzisti a Verona: «Mario dopo quell’episodio voleva fare un’intervista, io gli ho detto di lasciar perdere: lo avrebbero soltanto usato come capro espiatorio. Gli ho detto che se una cosa lo fa star male non deve vergognarsi di piangere, è umano, ma è inutile dare visibilità a degli stupidi che vogliono solo quello». Lo strappo però nemmeno Cellino lo nega: «Mario dovrebbe parlare in campo, invece per rispondere usa i social. È un bravo ragazzo, ma è portato ad apparire mediaticamente, l’ho tenuto protetto ma non ho risolto nulla. Se lo riprenderei? Gli chiederei: “Mario, sei sicuro?”, perché forse qui sente un peso superiore a quanto si aspettasse».