Repubblica: “Bari sconfitto a Palermo. Ma alla squadra di Longo è mancato soltanto il gol”
Bari, un attacco da rifondare e una crisi da invertire. La terza sconfitta consecutiva rimediata a Palermo ha fatto scattare un campanello d’allarme in casa Bari. Come sottolineato oggi da Enzo Tamborra su Repubblica Bari, i biancorossi non solo hanno raccolto appena 4 punti nelle ultime cinque giornate, ma sono anche a secco di gol da tre partite. Un dato preoccupante che mette in discussione l’efficacia offensiva della squadra e spinge la società a riflettere seriamente sulle prossime mosse di mercato.
Moreno Longo si è detto preoccupato. E se lo dice lui, impossibile non credergli. A Palermo il Bari ha collezionato la terza sconfitta consecutiva e, nelle ultime cinque giornate, ha racimolato soltanto quattro dei 15 punti a disposizione. Ma a fare scattare il campanello d’allarme è un altro aspetto: il Bari non segna più. Nelle ultime tre partite non ha mai fatto gol e, se nelle due precedenti ha timbrato il cartellino, non lo si deve a un attaccante, ma ai voli quasi surreali di Dorval.
Davvero poco per una squadra che si era arrampicata sino al quarto posto in classifica e che aveva cominciato a illudere la tifoseria biancorossa. Come spesso accade da queste parti, sul più bello la realtà ti riporta con i piedi per terra, per quanto, nonostante la serie negativa, il Bari sia ancora in zona playoff (è settimo con Catanzaro, Modena, Palermo e Carrarese).
Ma per capire sino in fondo gli effetti di questa brusca frenata, meglio confrontare la classifica di questo girone d’andata con il giro di boa della passata stagione: la squadra di Longo ha appena un punto in più rispetto a quella che, passata dalle mani di Mignani a quelle di Marino, navigava nella zona anonima della classifica. Difficile, però, pensare che il Bari attuale possa cacciarsi nei guai come quello che lo ha preceduto, ma i numeri inducono a non abbassare la guardia.
E sono un monito alla società in vista del mercato di gennaio, dove serviranno non semplici rincalzi, ma almeno un paio di potenziali titolari e qualche alternativa più affidabile di quelle attuali. Per quello che si è visto in particolare nelle ultime giornate, ma nel complesso per tutto il girone di andata, l’obiettivo principale non potrà che essere un attaccante.
Un reparto offensivo sterile. Disarmante il dato degli otto gol messi insieme dalle punte del Bari in un intero girone: quattro li ha segnati Lasagna, tre Novakovich, soltanto uno Favilli. E se si fa appena un passettino indietro, si scopre che dai due trequartisti è arrivato l’apporto di un solo gol, quello segnato su rigore da Sibilli, mentre Falletti è ancora a digiuno.
Una miseria, dati da squadra che lotta per non retrocedere e che inducono a una profonda riflessione su come andrebbe rinforzato l’organico di Longo. A Palermo è apparso evidente questo limite: non aver fatto gol a una squadra allo sbando come quella siciliana è stato grave.
Il Bari ha costruito tante potenziali occasioni da gol ma non è mai stato realmente pericoloso: al momento di concludere verso la porta avversaria sono mancati qualità e “killer instinct”, per dirla con l’allenatore Longo.
Un confronto che pesa. Paradossalmente il Palermo, pur giocando una gara di caratura inferiore rispetto a quella del Bari, è andato più volte vicino al gol. Ma il dato non sorprende perché in avanti la squadra rosanero ha giocatori di alto livello. Morale della favola: se non hai chi segna, ogni sforzo è vano.
E se l’incapacità di tradurre in reti la quantità di occasioni prodotte era stata inizialmente etichettata come sfortuna, in tempi di vacche magre è un limite assai pericoloso.
Verso la sfida con lo Spezia. Come se non bastasse, dietro l’angolo (domani alle 15 al San Nicola) c’è il match con lo Spezia, terza forza del campionato. Da una parte si chiuderà l’anno solare, dall’altra comincia il girone di ritorno.
E un po’ come lo scorso anno, le prospettive in questo campionato non sono ancora chiare. E rispetto alla passata stagione non c’è tanto il punto in classifica, quanto la percezione di una squadra che abbia un’identità di gioco più forte.
Un motivo in più perché la società aiuti Longo a fare quel salto di qualità fallito nelle ultime tre giornate di campionato. Da escludere che il Bari faccia follie, ma va comunque dato un segnale importante di ambizione al tecnico, alla squadra e soprattutto ai tifosi.
Non per sognare, ma per non abituarsi alla mediocrità.