Il Bari è appena stato eliminato dai play off, ma questa potrebbe essere la notizia meno amara. Il club pugliese infatti rischia il fallimento. La società ha bisogno di una ricapitalizzazione entro il 16 giugno e non è sicuro che il presidente Giancaspro riesca ad effettuarlo. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Repubblica”:
“Non ancora metabolizzata la delusione per l’esclusione dai playoff, dopo il pareggio a Cittadella, il Bari si trova a fronteggiare una nuova emergenza: entro il 16 giugno la società deve essere ricapitalizzata, pena in caso contrario lo scioglimento e la messa in liquidazione. Ad annunciarlo a soci (Kreare Impresa e l’ex presidente Gianluca Paparesta), ai componenti del consiglio di amministrazione e ai sindaci con una lettera datata 1° giugno è stato lo stesso presidente Cosmo Giancaspro, che contestualmente ha annullato la convocazione della assemblea fissata per l’11 e 12 giugno (prima e seconda convocazione), rinviandola al 15 e 16 giugno, e dichiarato per la prima volta che il capitale sociale è sceso sotto il minimo consentito dalla legge. L’esame della situazione patrimoniale trimestrale alla data del 31 marzo 2018, scrive Giancaspro, « fa ricadere la società nella fattispecie di cui all’articolo 2447 del Codice civile». Una prospettiva sulla quale già un mese fa aveva acceso i riflettori l’ex presidente Gianluca Paparesta in un ricorso al tribunale delle imprese nel quale si chiedeva proprio lo scioglimento della società: «Allo stato di chiusura dell’esercizio — si legge nel ricorso firmato dagli avvocati Leonardo Patroni Griffi e Giovanna Ciccarella — la società registrava un patrimonio netto negativo di un milione 704 mila euro e una perdita di (almeno) 5 milioni 307mila euro». Nella prima udienza, il 28 maggio scorso, il giudice Luigi Claudio aveva ascoltato le parti, imponendo la convocazione dell’assemblea dei soci e rinviando al primo lunedì successivo all’assemblea, il 18 giugno. Dipenderà dunque dall’esito dell’assemblea l’intervento del tribunale: se entro quella data il socio di maggioranza (Kreare Impresa) riuscirà a trovare denaro liquido per un importo che non scende sotto i cinque milioni di euro, il ricorso dell’ex arbitro Paparesta sarà respinto. In caso contrario, per la Football Club Bari spa si prospetterà la messa in liquidazione con la nomina di un commissario da parte del tribunale. Nei giorni scorsi da Palazzo di giustizia è arrivato a Giancaspro un altro provvedimento sfavorevole: la Corte d’appello ha confermato il fallimento della Finpower srl, controllata al 71 per cento dalla Kreare Impresa srl, già disposto a gennaio scorso dalla quarta sezione civile del tribunale (presidente Nicola Magaletti, giudice Luigi Claudio e relatore Sergio Cassano). A chiederne il fallimento era stata la Procura di Bari, che aveva raccolto le segnalazione degli ex soci di Giancaspro: Alessio Angelo Bona e Giovanni Ferrara. «A fronte di un attivo di 3 milioni di euro (di cui la metà per crediti verso partecipate e l’altra parte per immobilizzazioni di finanziarie) — si leggeva nel primo provvedimento — sulla società gravavano debiti per 8 milioni e 600 mila euro». La società, si era scoperto, era in difficoltà dal 2013, ma nel 2015 Kreare Impresa aveva versato al Bari la somma di un milione e mezzo di euro, acquisendo il 5 per cento delle azioni”.