L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla gara persa dal Bari a Palermo con la difesa rosanero che ha neutralizzato Cheddira.
Cheddira va alleggerito di responsabilità. I due cartellini gialli rimediati in pochi minuti e la conseguente espulsione di Palermo, dimostrano come per quanto questo ragazzo sembri una sfinge, a dispetto della favola che sta vivendo, nella sua testa sia molto forte il senso del dovere, a maggiore ragione ora che tutti si aspettano grandi cose da lui. Qualcosa del genere gli era capitata anche ai Mondiali, quando nel quarto di finale contro il Portogallo, si fece espellere con una dinamica assai simile a quella del Barbera, mettendo in difficoltà i compagni di squadra del Marocco che comunque seppro condurre in porto l’impresa di eliminare Cristiano Ronaldo.
Cheddira è tornato carico dal Qatar: era stato bravissimo con il Genoa (segnò il gol del momentaneo pareggio) e strepitoso con il Parma, con la quasi tripletta a Gigi Buffon. Ma Walid va così forte che è inevitabile che i difensori avversari lo considerino un pericolo pubblico. Quelli del Palermo gli hanno costruito intorno una sorta di gabbia con le cosidette marcature preventive, che
non gli hanno quasi mai permesso di girarsi e puntare verso l’area di rigore avversaria come gli viene naturale. L’unica volta che lo ha fatto, assecondando una splendida intuizione di Folorunsho, ha tirato giusto addosso a Pigliacelli, sprecando la più
grande palla gol per il Bari. Nel finale ha bisticciato con gli avversari per un presunto rigore e poi si è fatto espellere per una potenziale gomitata che avrebbe potuto costargli anche il rosso diretto. Cheddira sta facendo cose incredibili: è ancora il re dei marcatori della serie B con 12 reti e ha un rendimento impressionante. Ci sta che ogni tanto sbagli qualcosa, non è un marziano.
Il problema è che quando si ferma lui, gli altri non è che facciano molto per fargli pesare meno la momentanea assenza. Sino a qualche tempo fa, c’era Antenucci che giocava tanti minuti e costituiva l’altra certezza sul fronte offensivo biancorosso. Da
qualche tempo, l’ex attaccante della Spal è relegato in panchina ed è utilizzato con il contagocce. Certo, Antenucci ha 38 anni e improvvisamente può arrivare il momento di dosare le energie. Ma la cosa è accaduta molto in fretta e le alternativa ad Antenucci sinora non hanno brillato: Scheidler non è ancora una garanzia, Salcedo non è esattamente un uomo gol al pari di Ceter (uscito al termine del primo tempo per un nuovo fastidio muscolare), che l’altra sera a Palermo ha sprecato due buone occasioni. In uno scenario di questo tipo, facile che Cheddira si senta l’uomo del destino e non sempre può esserlo. Giusto che qualche altro gli lasci vivere con serenità qualche fisiologico passaggio a vuoto. Si può e si deve vincere qualche gara anche quando il video game biancorosso di inceppa e non ci sono le condizioni di fare volare Cheddira verso la porta avversaria.