L’edizione barese de “La Repubblica” si sofferma sull’attuale situazione del Bari prossimo avversario del Palermo.
Non si salva nessuno. Dopo sei mesi di campionato, il Bari, dalla società alla squadra, passando da direttore sportivo e allenatore, è sempre più nel mirino di una tifoseria che ha alzato il tiro. Quando quelli della curva Nord lasciano il proprio settore per assembrarsi davanti agli ingressi 1 e 8 non è mai un buon segnale. La pessima prestazione contro la Reggiana ha fatto da detonatore a un malcontento che serpeggiava da settimane. E la sensazione è che soltanto un guizzo finale di mercato e una prova d’orgoglio venerdì sera (alle 20,30) a Palermo possano allentare una tensione ormai alle stelle.
In cima ai pensieri dei contestatori c’è la società, accusata di non avere rispettato come avrebbe dovuto una tifoseria che lo scorso campionato aveva confermato ancora una volta il suo potenziale da serie A. Il peccato originale è nelle multiproprietà: non era un mistero che prima o poi si sarebbe dovuto fare i conti con questa situazione ambigua, ma negli scorsi anni l’andamento positivo della squadra aveva allontanato il problema.
Negli ultimi mesi Bari ha scoperto come sia frustrante la condizione di tifare per una squadra che non ha un futuro ben delineato. La scadenza del 2028, anno nel quale i De Laurentiis dovranno giocoforza cedere il club biancorosso e tenersi stretto il Napoli, viene vista ormai come un incubo da una tifoseria che avrebbe voglia di volare. In realtà, come la Salernitana insegna e come le stesse vicende dello scorso campionato hanno confermato, si può ambire alla A anche quando questo vorrebbe dire per i proprietari rinunciare a qualcosa.
Ma le vicende della scorsa estate, con il lungo circuito sul piano della comunicazione, la demolizione di gran parte della squadra che aveva sfiorato la promozione d il mercato fatto di prestiti e di troppe idee lastminute, hanno rafforzato l’idea di un Bari proiettato verso un anno di transizione, più che verso un rilancio per riprovare la scalata in serie A. La gara di Palermo è il bivio per Marino, su questo ci sono pochi dubbi. E poi c’è la squadra, che sabato scorso è sembrata in balia delle onde. Probabilmente non è stata costruita nel migliore dei modi, lo stesso mercato ha portato sinora giocatori (tranne Kallon) in ritardo di condizione. Ma quando sei nella giornata sbagliata, almeno l’orgoglio non deve mancare. Per il momento, il Bari resta nel limbo, a metà strada fra playoff e playout. Ma guai a scherzare con il fuoco.