Repubblica: “Bari, fallimento vicino?”
La mossa di Gianluca Paparesta è illegittima». La guerra in seno al Fc Bari 1908 è ormai destinata a finire nelle aule del tribunale. Il secondo round dell’assemblea straordinaria dei soci, nello studio notarile di Titti D’Alesio a Terlizzi, ha rotto il fragile patto sul quale i consulenti del presidente del Bari e del socio minoritario Cosmo Giancaspro avevano lavorato nel fine settimana. Quando l’imprenditore molfettese ha presentato l’assegno da 1,7 milioni di euro (ai quali vanno aggiunti i 2,7 milioni che aveva anticipato) per ripianare i debiti e diventare di fatto padrone del 90 per cento delle quote del club biancorosso, Paparesta ha risposto deliberando un aumento di capitale sino a 7,5 milioni di euro da onorare entro il 21 giugno. «Lo ha fatto senza contestuale sottoscrizione che, a prescindere da ogni rilievo tecnico di palese illegittimità, non elimina il deficit patrimoniale e non ripristina la continuità aziendale, impedendo agli attuali amministratori qualsiasi atto di gestione fino all’eventuale sottoscrizione», è la dura presa di posizione di Giancaspro. Ma Paparesta e i sindaci che hanno avallato la sua iniziativa si rifanno anche a un precedente che riguarda la Juventus, che intraprese la stessa soluzione formulando richiesta alla Consob nel 2011. Una mossa che parte dall’emissione di un numero di azioni del valore corrispondente a 7,5 milioni di euro (una somma non casuale perché comprende la copertura dei debiti, la restituzione del denaro anticipato da Giancaspro e la quota di iscrizione al campionato), per le quali i due soci, nei limiti della loro partecipazione al capitale sociale, si impegnano a conferire l’intero ammontare (in questo caso 7,1 milioni di euro Paparesta, 400mila euro Giancaspro). Entro il 21 giugno l’ex arbitro dovrà trovare risorse importanti, facendo leva su Noordin (c’è chi sostiene che i suoi soldi si manifesteranno entro 24-48 ore, ma finora non ha ancora versato nulla) o chissà chi. Se così non fosse, il Bari andrebbe in liquidazione e per un solo giorno le azioni potrebbero essere vendute a soggetti terzi. Se anche in questo caso ci fosse un nulla di fatto, i libri della società finirebbero in tribunale, con conseguenze drammatiche per la squadra, visto che non ci sarebbero probabilmente più i tempi per iscriverla al campionato. Ma Paparesta ostenta sicurezza. «L’iniziativa intrapresa servirà a coprire ampiamente le perdite provvisoriamente registrate e a predisporre una solida base economica su cui programmare le iniziative future», ha spiegato in una nota il presidente biancorosso. Ma Giancaspro, che è uscito scuro in volto dall’assemblea straordinaria, ha ribadito l’allarme sul futuro del club biancorosso. «La mia proposta per mettere in sicurezza il Bari non è stata presa in considerazione né in votazione da Paparesta», la sua accusa. «È inutile sottolineare quali conseguenze possano derivare a carico del Fc Bari da tali comportamenti, tra cui la paralisi gestionale che impedisce qualsiasi programmazione per la prossima stagione. Ne prendo atto con rammarico e lascio ogni valutazione agli organi competenti», spiega ancora il socio al 5 per cento. Paparesta la pensa in modo diametralmente opposto. «Mi dedicherò, come ho sempre fatto, a programmare e costruire un futuro sportivo e societario che mi auspico possa garantire grandi soddisfazioni alla tifoseria». E i tifosi assistono sgomenti a questa sfida in seno alla società e prendono atto di una fragilità finanziaria che forse non immaginavano. C’è chi crede ancora che dietro l’angolo possa spuntare da un momento o l’altro Noordin, ma sono in molti anche quelli che hanno iniziato con apprensione il conto alla rovescia in vista del 21 giugno, temendo che Paparesta non abbia ancora nulla in mano e che con la mossa di ieri abbia voluto prendere tempo per evitare di farsi sfilare dalle mani il suo Bari.