La sentenza della CO.VI.SOC sul Bari, ha fatto ritardare l’inizio dei play-off e proprio la gara dei galletti verrà giocata a campo invertito e cioè in casa del Cittadella. Gli avvocati del club pugliese hanno già annunciato il ricorso che verrà discusso prima di domenica 3 giugno. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Repubblica”:
“La mazzata era nell’aria, ma non per questo fa meno male. I tifosi hanno sperato sino in fondo nella ragioni del società, ma si sono dovuti arrendere di fronte al comunicato della Federcalcio nel quale si evidenzia come il Tribunale Federale abbia appurato che il Bari ha effettuato i pagamenti delle ritenute Irpef e dei contributi Inps per le mensilità di gennaio e febbraio 2018, il 6 aprile e non il 16 marzo come da scadenza. I due punti di penalizzazione, oltre all’inibizione di tre mesi per il presidente Cosmo Giancaspro, cambiano la classifica e il calendario dei play-off, con il Bari costretto a giocare a Cittadella e non al San Nicola il preliminare di domenica 3 giugno. Grosso ha ora un solo risultato a disposizione, la vittoria, da ottenere anche nei supplementari, mentre i veneti potranno accontentarsi del pareggio. Ma quel che più pesa per i tifosi baresi è quello di non poter riempire il San Nicola come avrebbe voluto. I segnali erano importanti, visto che quasi tutti i 9mila abbonati avevano esercitato il diritto di prelazione. Per loro la società è già al lavoro per stabilire le modalità del rimborso, che verranno comunicate probabilmente nella giornata di lunedì prossimo. Oltre alla modalità di rimborso diretto non è escluso che venga data la possibilità di convertire il tagliando acquistato per la gara contro il Cittadella per quello di un’eventuale semifinale contro il Frosinone. In ogni caso i fedelissimi dovranno avere pazienza fino a giovedì prossimo, quando davanti al Caf, il secondo grado di giustizia sportiva, verrà discusso il ricorso in appello già annunciato dal Bari, per voce del suo avvocato Mattia Grassani. « Il provvedimento lascia grande amarezza. La decisione ha accolto in pieno la tesi della Procura della Repubblica, cioè quella del pagamento avvenuto in ritardo, senza tenere conto delle argomentazioni pesanti forniti dal Bari (estratto conto, quattro F24 quietanzati dalla Banca, cassetto fiscale Agenzia delle entrale)», sono state le parole del legale intervistato da Radio Selene. «Adesso però c’è il secondo grado di giudizio e il presidente è estremamente convinto di arrivare in fondo» . Grassani ha anche rimarcato come il Bari abbia avuto poche ore per approntare la difesa ( «condizioni molto penalizzanti»).
Nel frattempo i tifosi si sono divisi tra chi critica le modalità giustizia sportiva e chi invece se la prende con la società. «Se finisse così sarebbe stato decisamente meglio ammettere di non avere pagato, andando incontro alla penalizzazione, senza sollevare un polverone che danneggia non solo il Bari ma anche i suoi tifosi», sono le parole del rettore dell’Università di San Marino, Corrado Petrocelli. «Speriamo ci sia ancora qualche spiraglio. La società aveva detto ai tifosi di stare tranquilli. Oggi scopriamo che le cose non stanno così» . I tifosi della curva tuonano, invece, e annunciano di volere marciare in modo massiccio alla volta di Cittadella. «Accompagneremo la nostra squadra con la rabbia sino al collo» , il messaggio lanciato ancor prima della decisione del Tribunale federale da parte dei Bulldog, un gruppo storico della Nord. Quanto accaduto apre anche un fronte da seguire con molta attenzione per quel che riguarda l’ordine pubblico. Lo stadio Tombolato contiene infatti poco più di 7mila spettatori e soltanto poche centinaia nel settore ospiti. La squadra continua a prepararsi sul campo in vista del match contro i veneti. L’unico aspetto positivo dell’intera vicenda è che lo slittamento della gara potrebbe favorire il recupero di Cissè e Andrada, chefsino a ieri hanno continuato a lavorare a parte”.