L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Bari e sul ko di ieri.
Il Bari ci ricasca. Sul campo della Juve Stabia, seconda sconfitta di fila in trasferta dopo quella di Francavilla, al termine di un match durante il quale il tecnico Mignani le ha provate tutte senza ottenere le risposte che si aspettava. Per quanto meno vistoso del primo scivolone stagionale, il capitombolo di ieri per 1-0 è anche più grave, non fosse altro perché la sciagurata prestazione di Francavilla sarebbe dovuta servire di lezione.
E invece dopo un avvio di gara appena promettente, la squadra biancorossa si è spenta inesorabilmente, giocando su ritmi bassi, perdendo quasi tutti i contrasti sino a farsi male da sola con l’ingenuo mani in area di rigore di Gigliotti, che ha causato il rigore trasformato da Eusepi allo scadere della prima frazione di gioco. Ci sarebbe stato tutto il tempo per rimediare, ma nonostante Mignani abbia messo in campo tutti gli attaccanti a eccezione di Paponi, il Bari si è reso pericoloso solo in pieno recupero con D’Errico.
«Abbiamo fatto solo tanta confusione e non abbiamo giocato da squadra» , l’analisi amara del tecnico ligure, mai così scuro in volto. Fiutando un impegno più complicato di quanto dicesse la classifica della Juve Stabia, aveva puntato inizialmente su un centrocampo più muscolare preferendo Scavone a D’Errico, e confermando Bianco e Mallamo.