Repubblica: “Banche, politica e pallone l’ultimo exploit dei fratelli Micciché”

Da ieri Gaetano Micciché è il nuovo presidente della Lega di Serie A. Il palermitano non ha mai nascosto il tifo per la propria squadre e cioè il Milan. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna di “Reppublica” che racconta l’ascesa del nuovo presidente:

“A dividerli è soltanto la fede. Quella calcistica: uno, Gaetano, tiene per il Milan, l’altro, Gianfranco è un tifoso così sfegatato della Juve da aver chiamato il suo gatto, anni addietro, Platini. Sì, Platini. Sulla fede politica massimo riserbo: oddio, quella di Gianfranco è nota, essendo egli da 24 anni il referente di Silvio Berlusconi in Sicilia. Il nome di Gaetano Micciché un anno or sono fu invece accostato – udite, udite – al Pd: accadde quando il sottosegretario renziano Davide Faraone propose al banchiere la candidatura alla presidenza della Regione. Lui non ci pensò neppure un attimo a rifiutare: Gianfranco si schermì: «Non ne so nulla». Vero, non vero, poco conta. La famiglia Micciché, da svariati lustri, è al centro di un crocevia di interessi economici, politici e sportivi da farne una dynasty fra le più note.
E ora, l’ascesa di Gaetano Micciché, presidente di Banca Imi, alla guida della Lega Calcio, va quasi a chiudere un cerchio. Tutti insieme, i quattro fratelli, si vedono raramente: a Natale, per la commemorazione della l’ultima volta in un’occasione pubblica a Villa Igiea nel 2011, per i 90 anni del capostipite Gerlando, già riverito vicedirettore del Banco di Sicilia. In una foto quasi introvabile, ci sono tutti insieme i “rampolli” i cui nomi cominciano tutti con la “G” come quelli dei genitori: il primogenito Gaetano, l’ex vicepresidente del Palermo Calcio Guglielmo, Gianfranco e il più piccolo Gabriele, che si occupa di comunicazione. Famiglia di potenti dal tratto dandy, sovrastata dall’irruenza di Gianfranco, dalle sue piroette dialettiche e politiche, gaffe e successi sotto la cometa di Silvio. Gianfranco, a scuola, era quello sveglio ma che si applicava poco. Bocciato due volte. Gaetano era il primo della classe, predestinato a una carriera luminosa che poi si è svolta nel mondo delle banche. Gaetano e Gianfranco sono rimasti sempre legatissimi, con grandi amicizie comuni come quella di Salvatore Mancuso, che al fianco del banchiere ha lavorato per 18 anni alla Rodriquez. Uno, Gianfranco, ha sempre saputo di poter contare sull’altro: al punto da spingersi, in una memorabile conversazione captata di nascosto a Sant’Ambrogio, a far valere i buoni uffici del fratello nella finanza internazionale come asset della sua candidatura alla presidenza della Regione: «Ho un fratello che è il capo di Banca Intesa, non lo posso sottovalutare… Non voglio certo utilizzare il suo ruolo nella banca, è chiaro. Ma con le sue conoscenze mi organizza un tavolo con i 4 principali imprenditori d’Europa. Il signor Crocetta non lo so chi si può mettere attorno», disse quel giorno Gianfranco. La partita, per Gianfranco, finì male, ma l’attestato di stima nei confronti del congiunto era sincero”.