“Certo non sarà un grande comunicatore. Il suo carattere chiuso lo può fare risultare anche antipatico. Ma una cosa è sicura: se il Palermo domenica si giocherà una salvezza che sino a qualche tempo fa sembrava impossibile gran parte del merito è di Davide Ballardini. È tornato sulla panchina rosanero accompagnato dallo scetticismo di chi vedeva in lui l’allenatore andato via dopo una lite furibonda con il capitano della squadra o quello che aveva messo fuori squadra Maresca, Rigoni e Daprelà e ancora quello che in più di una occasione aveva lasciato in panchina Gilardino per far giocare Djurdjevic. Uno scetticismo che Ballardini ha spazzato via mettendo da parte rivincite e orgoglio e affidando la squadra proprio a quei senatori con i quali aveva avuto polemiche feroci. Non solo. La mossa vincente di Ballardini è stata quella di cambiare formazione andando diritto per la sua strada senza ascoltare consigli o suggerimenti. E così, il Palermo balcanico è diventato il Palermo italiano. Quelli che avevano portato la squadra sull’orlo del baratro sono finiti in panchina e da quel momento la squadra ha svoltato. Il rapporto con lo spogliatoio è stato ricucito. Parlare di amore incondizionato sarebbe da stupidi e ipocriti, ma all’interno del gruppo è stato chiaro a tutti che polemiche e malumori andavano messi da parte. Che l’obiettivo era quello di raggiungere la salvezza e che, semmai, a fine stagione ognuno sarebbe andato per la sua strada. «Ballardini ha toccato le corde giuste della squadra». Il commento, firmato Stefano Sorrentino, la dice lunga sull’aria nuova che si è respirata nello spogliatoio rosa. Un’aria nuova, giusto sottolinearlo, anche per la presenza di Gianni Di Marzio che, in una stagione di scelte sbagliate, è stata una idea vincente d Zamparini. Di Marzio, caratterialmente, è l’opposto di Ballardini ed è riuscito a risollevare l’intero ambiente e soprattutto ha detto chiaro e tondo a Zamparini quali erano gli uomini su quali si poteva puntare e quelli che invece era il caso di accantonare. Inoltre Di Marzio è stato il filtro tra Zamparini e l’allenatore. In pratica, quello che Zamparini avrebbe voluto dire a Ballardini lo diceva invece a Di Marzio e così il tecnico ha potuto restare concentrato su quella che era l’impresa da raggiungere. Sì, perché di impresa si può parlare. Una impresa che il Palermo deve ancora centrare ma che sino a qualche tempo fa sembrava impensabile. Ballardini, c’è da dire, non è nuovo a rimonte del genere. Già con il Cagliari e poi con il Genoa, questa volta a scapito del Palermo, il tecnico rosanero aveva raggiunto traguardi che sembravano vere e proprie utopie. Dopo la gara con ila Fiorentina, Ballardini ha citato Papa Wojtyla. «La sofferenza è la nostra preghiera», ha detto il tecnico riprendendo le parole di Giovanni Paolo II. Una sofferenza che domenica sera potrebbe essere premiata e potrebbe rafforzare così la panchina di Ballardini anche per il prossimo anno. Perché Zamparini l’ha detto chiaramente. «Lasciare andare via Ballardini è stato il mio più grande errore. Lui e Di Marzio resteranno con me». Parole alle quali dovranno poi seguire i fatti soprattutto perché Zamparini la prossima settimana avrà due incontri con altrettanti soggetti interessati al Palermo. Sempre ammesso che il presidente sia sempre intenzionato a cedere la società. Intanto ogni sforzo è rivolto alla gara con il Verona. Partita alla quale potranno assistere tutti i tifosi senza limitazioni”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.